Zamborlin Bruno
Fondatore di Mogees | Luglio 2016
Laurea in Matematica
Da sempre mi sono interessato al legame fra tecnologia e musica, alla ricerca di nuove interfacce espressive. Il mio percorso professionale, tuttavia, è cominciato da una materia scientifica. Mi sono, infatti, laureato a Padova in Informatica. Poi mi sono specializzato a Bologna e in quegli anni ho fatto un Erasmus ad Amsterdam. Successivamente, nel 2008, mi sono trasferito a Parigi per uno stage in un centro di ricerca musicale, l’Ircam, uno dei più grandi poli di innovazione in ambito di musica e tecnologia. Qui sono rimasto tre anni, dopo dei quali ho vinto una borsa di studio per un dottorato alla Goldsmith University di Londra.
Ed è stato in questo periodo che ho iniziato a lavorare al progetto Mogees, un sensore e un software che permettono di produrre musica da qualunque oggetto in grado di emettere delle vibrazioni. Il desiderio era quello di poter trasformare in musica tutto ciò che ci circonda: oggetti, superfici, corpi. Il sogno si è pian piano trasformato in una realtà concreta e in un’azienda. Il momento in cui ho capito che poteva funzionare? Nella campagna di crowdfunding lanciata sul web: in pochi giorni ha avuto un successo eclatante e questo mi ha fatto capire che c’era curiosità, voglia di investire, interesse.
Devo dire che quello che oggi è il mio lavoro è la naturale espressione del mio percorso di studi. Prima le fondamenta informatiche che ho approfondito quando studiavo a Padova, poi il dottorato, dove ho conosciuto persone davvero in gamba e durante il quale ho capito cosa significa fare vera ricerca, come pensare in modo autonomo e conoscere lo stato dell’arte di un settore per capire se si sta realmente innovando. Sono convinto, infatti, che le startup siano il ponte fra la ricerca accademica e l’innovazione. In questo senso anche l’Associazione Alumni può diventare un driver per creare nuove opportunità. Non basta fare networking, è necessario che sia strutturato, che l’associazione diventi un infrastruttura con obiettivi chiari. Fondamentale, soprattutto, è l’apertura e la connessione con altri atenei, con gli incubatori di start up. L’Associazione deve essere percepita come un servizio, come una realtà che permetta a ogni singolo Alumno di esprimere il proprio talento e di essere ascoltato. In una prospettiva di più lungo termine, è importante che l’Associazione accorci lo spazio fra Università e aziende e che riesca a fare massa critica per diventare un influencer attivo. È un percorso lungo, dove all’inizio magari è difficile chiedere troppo alle persone, ma la cosa fondamentale è che ognuno trovi il tempo – poco o tanto che sia – per partecipare agli eventi e alle iniziative proposte.
08 Agosto 2016