Faggin Federico
Fisico, inventore e imprenditore | Luglio 2016
Laurea in Fisica
Gennaio 1962. Prima lezione di analisi. È stato questo il primo impatto con le aule dell’università. Un impatto molto forte, soprattutto perché avevo perso i primi due mesi di lezioni e quindi mi risultava particolarmente difficile capire alcuni concetti. Ma avevo una buona giustificazione: stavo ancora lavorando per Olivetti, dove ero impegnato nel progetto di un piccolo calcolatore elettronico da portare a termine. Quindi, per il primo anno, ho fatto l’autodidatta per riprendere il passo con i miei colleghi. Fu un grande impegno, ma sono riuscito comunque a laurearmi in quattro anni a ottobre. Di quel periodo ho un bellissimo ricordo, perché gioivo dell’opportunità di imparare, di conoscere: compravo tutti i libri che accendevano in me una scintilla di curiosità, leggevo testi in francese e inglese, proprio perché la mia voglia di documentarmi era molto forte.
Dopo la laurea, per circa un anno, sono rimasto all’interno dell’ateneo con un posto di assistente incaricato. Ho avuto l’opportunità di far ricerca sul soggetto della mia tesi, ma in parallelo insegnavo laboratorio di elettronica agli studenti del terzo anno di fisica. Sono poi ritornato nel mondo dell’industria dal quale provenivo, iniziando a interessarmi allo sviluppo dei semiconduttori MOS, un settore che si stava sviluppando proprio in quegli anni. Questo è un punto chiave che, con il senno di poi, è stato parte del filo conduttore che ha connesso le mie scelte professionali: mi ha sempre affascinato il confine fra noto e ignoto e ho sempre cercato di cambiare strada per intercettare le nuove direzioni verso le quali il mondo si sposta. La mia carriera, quindi, è sempre stata la sinergia e la sintesi fra opportunità e decisioni coraggiose. Per esempio, in questi ultimi anni sto cercando nuove strade per una fisica in grado di spiegare la consapevolezza umana, partendo da principi cognitivi anziché materialistici.
13 Aprile 2016