Ambrosetti Massimo
Diplomatico | Agosto 2016
Laurea in Giurisprudenza e Scienze Politiche
I miei anni universitari a Padova sono stati un’importante fase di preparazione e di “passaggio” che mi ha fatto maturare alcune importanti scelte di fondo per la mia vita successiva. Dopo essermi laureato in Giurisprudenza e poi in Scienze Politiche, ho iniziato una carriera internazionale che mi ha portato, come diplomatico, in varie sedi estere in momenti di grande cambiamento: a Pechino nella seconda metà degli anni 90 in una fase di tumultuosa crescita ed apertura economica della Cina; a Bruxelles presso la NATO durante la crisi in Kossovo e dell’11 Settembre; a Washington nel periodo di passaggio fra l’Amministrazione Bush e il primo mandato del Presidente Obama. In parallelo ho mantenuto un costante interesse per lo studio e la ricerca che ho sviluppato attraverso il conseguimento di un Master in Relazioni Internazionali a Cambridge (Magdalene College), un Master in International Human Rights Law a Oxford (New College) e un dottorato a Georgetown University, con un focus specifico nelle mie ricerche sul fenomeno dell’ascesa della Cina contemporanea come potenza globale.
Il ricordo più vivido dei miei anni universitari a Padova è certamente l’incontro, nella poca romantica occasione di un esame di Istituzioni di Diritto Romano, con quella che sarebbe diventata mia moglie e futura compagna nelle mie peregrinazioni in giro per il mondo. Sono molto legato anche alle atmosfere, negli anni di vita studentesca, di quella che considero una recuperata “città materna” (come ha scritto Diego Valeri), essendovi nato ma essendo cresciuto poi altrove. Ricordo in particolare fra gli amici di quegli anni Mainardo Benardelli – purtroppo prematuramente scomparso – con cui ho poi preparato con successo l’esame per entrare alla Farnesina e con cui sono rimasto legato durante più di vent’anni di comune carriera diplomatica.
In una fase caratterizzata da “un ritorno all’ordine” nella vita universitaria patavina, dopo le turbolenze della fine degli anni Settanta, ho indubbiamente vissuto un’esperienza in cui la serietà dello studio era un aspetto centrale. Al contempo alcune rigidità di questo approccio universitario, mi hanno fatto capire che l’assenza di pedanterie e la creatività sono valori complementari. Ho potuto peraltro constatare la solidità di base dei miei anni di studio nelle aule del Bò e di via del Santo anche in occasione delle mie successive esperienze accademiche all’estero che mi hanno fatto apprezzare, dal punto di vista dei contenuti, la mia formazione padovana. Allo stesso tempo, in un’ottica di comparazione, ho capito il valore fondamentale di una buona didattica e di guida alla ricerca.
Trovo fondamentale che l’Associazione Alumni aiuti a “fare rete” anche per favorire una maggiore internazionalizzazione del nostro Ateneo. Il potenziale è grande ma ancora, a mio avviso, parzialmente inespresso. Ciascuno dovrebbe mettere a disposizione le sue esperienze e contatti per favorire questo fondamentale processo di internazionalizzazione.
Credo che, in analogia a quello che avviene nelle associazioni di alunni delle grandi università straniere, bisognerebbe articolare l’attività dell’associazione attraverso gruppi di alunni che condividono esperienze e percorsi professionali, ma anche la localizzazione geografica (per esempio all’estero). Mi auguro che questo progetto, sulla base del glorioso passato dell’Ateneo e del suo crescente dinamismo presente, sappia contribuire ad uno sviluppo futuro che renda l’Università di Padova un punto di riferimento, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale.
25 Agosto 2016