Dal linguaggio alla ricerca biomedica, serve maggior inclusione: “Una giornata con Elena – 2021”

19 Luglio 2021 Associazione Alumni_admin Categories news

Giovedì 8 luglio 2021, si è tenuta la terza edizione dell’evento “Una Giornata con Elena”, che vede il conferimento del Premio previsto dal bando di concorso intitolato a “Elena Lucrezia Cornaro Piscopia Università di Padova”, bandito dall’Ateneo di Padova con la collaborazione delle Associazioni Alumni e Amici dell’Università degli Studi di Padova, e il sostegno di Solgar Italia Multinutrient SpA.

Il Premio vuole valorizzare i lavori di ricerca dedicati alle tematiche di genere e prevede una ulteriore menzione speciale per il miglior lavoro di ricerca sulla nutraceutica.

L’incontro ha visto la partecipazione di Annalisa Oboe, Prorettrice alle Relazioni culturali, sociali e di genere dell’Università di Padova; Giada Caudullo, in rappresentanza di Solgar Italia, di cui è Vice Presidente; Beatrice De Bacco, Componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione Alumni dell’Università degli Studi di Padova; Elena Morello, in rappresentanza dell’Associazione degli Amici dell’Università di Padova.

L’evento ha inoltre ospitato in apertura la scrittrice Michela Murgia, autrice sia di romanzi sia di saggistica breve su temi di attualità, il cui ultimo libro “Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più” approfondisce le sfumature sessiste del linguaggio. Nelle parole dell’autrice “Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse.”

Michela Murgia: “quando si dice che dietro a un grande uomo c’è una grande donna, la parola chiave non è ‘grande’, bensì ‘dietro’”

La scrittrice parte proprio dall’omaggio ricevuto dall’Ateneo: il documento “Generi e linguaggi. Linee guida per un linguaggio amministrativo e istituzionale attento alle differenze di genere” impiegato all’Università di Padova per promuovere un linguaggio istituzionale inclusivo e attento alle sensibilità di tutti.

È con sorpresa e piacere che Murgia esamina il dono e confessa come, in anni di lavoro nelle redazioni dei giornali, non sia mai riuscita a far approvare uno strumento così utile per promuovere una comunicazione davvero paritaria. Colleghi e superiori, ci racconta, continuano a usare il “maschile sovraesteso” e declinare le professioni di potere e di prestigio, come l’avvocato, il direttore o l’ingegnere, sempre al maschile.

Il mancato utilizzo di forme femminili per le professioni apicali riflette la dimensione di “negazione” in cui versa il genere femminile in Italia: mentre siamo abituati a dire infermiera, cassiera, maestra e segretaria, non accettiamo di buon grado l’esistenza della notaia, dell’avvocata o della ministra.

Le donne, dice Murgia, devono affermare la propria esistenza in un settore ancora prima che affermarsi nel settore.

Michela Murgia (a destra) interviene durante la Cerimonia

A chi pensa che questo tipo di dibattito possa essere obsoleto e non più necessario, Murgia risponde prontamente con un elenco delle posizioni dirigenziali delle maggiori testate giornalistiche, dei teatri nazionali, dei vincitori del Premio Strega, e constata l’assoluta marginalità di donne. Come mai, a fronte della presenza di giornaliste, esperte di drammaturgia e scrittrici, esse compaiono in maniera esigua in queste liste? E perché le poche donne manager guadagnano in media il 30% in meno dei colleghi uomini, nonostante – statistiche alla mano – siano mediamente più istruite e formate? È un caso che in Italia non ci siano mai stati Capi di Governo e di Stato donne?

La risposta di head hunter e responsabili di partito (i primi addetti alla selezione del personale delle aziende, i secondi coinvolti nella preparazione delle liste elettorali) è che le donne difficilmente accettano di esporsi in questi ruoli. Anche ammesso che sia vero, perché a parità di competenze, le donne rifiutano la leadership? La leadership è un processo, afferma Murgia, che si sviluppa nel tempo, non certo un dono ricevuto alla nascita. Le donne hanno, sin da bambine, le stesse possibilità di coltivare ed esercitare questa competenza?

Qui la scrittrice si richiama alle ricerche in campo educativo: le bambine solitamente vengono punite per le loro trasgressioni con sanzioni di tipo emotivo (“se fai così, fai piangere la mamma”; “il cuore di Gesù sanguina per i tuoi capricci”), mentre i bambini, pur venendo puniti per le loro marachelle, percepiscono da parte dei genitori un certo compiacimento per il proprio “caratterino”, per essere spiriti liberi e non farsi mettere i piedi in testa.

E così, spaventate dalla minaccia della perdita dell’amore genitoriale, le bambine crescono meno abituate a sfidare i limiti e a prendere l’iniziativa, e più abituate a obbedire. Funziona così anche a scuola e nelle università, dove il rispetto delle regole garantisce alle donne risultati mediamente migliori, ma tutto cambia nel mondo del lavoro, dove la scarsa intraprendenza e sicurezza di sé delle donne favorisce invece gli uomini.

Le donne, insomma, vorrebbero arrivare a ruoli apicali, ma non sono mai state abituate a imporsi, far sentire la propria voce e posizionarsi in ruoli di leadership. È qui che le scuole e le università devono dare il loro contributo per creare ambienti liberi dai pregiudizi e in grado di garantire spazio di sperimentazione a tutte e tutti.

“Mi conforta che esistano dei luoghi dove questo ragionamento [di parità di genere] si struttura anche nella formazione, l’idea che qui dentro entrino delle ragazze e ragazzi giovani che possano progettare un mondo differente, strutturato in un modo più giusto, mi conforta molto e mi dà un senso di futuro che in questi due anni è mancato un po’ a tutti”

Il conferimento del Premio e della Menzione Speciale

È stata Giulia Comunale a ricevere il Premio per il lavoro svolto nell’ambito del dottorato di ricerca in ingegneria, intitolato “Lumped-Parameter Models for Congenital Diseased and Sex-Specific Cardiovascular Circulations“, nel campo della medicina di genere, con importanti “ricadute di valore scientifico, sociale ed etico”.

Da sinistra a destra: Annalisa Oboe, Prorettrice alle Relazioni Culturali, Sociali e di Genere; Giulia Comunale, vincitrice della III edizione del bando intitolato a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia – Università di Padova

Lo scopo della ricerca, sviluppata in collaborazione con cardiologi e cardiochirurghi pediatrici dell’Università di Padova, è quello di conoscere meglio le condizioni fisiopatologiche cardiovascolari. Nello specifico, Comunale utilizza modelli matematici per analizzare le interazioni cardiovascolari in diverse condizioni, come la circolazione di Fontan, la disfunzione ventricolare destra, l’ostruzione del tratto di efflusso ventricolare.

Particolarmente rilevante, però, è la modellazione cardiovascolare sesso-specifica.

La ricerca medica ha spesso generalizzato i risultati di ricerche condotte su uomini alla totalità della popolazione: nonostante le differenze emodinamiche tra uomini e donne, la ricerca numerica continua a calibrare i modelli con parametri tipicamente maschili. Per superare questa lacuna, Comunale sviluppa un modello donna-specifico, validandolo con soli dati femminili, e ne ha confrontato la performatività con un modello uomo-specifico, evidenziando così la necessità di una modellistica matematica più inclusiva.

Valentina Scattolini, biotecnologa, ha ottenuto invece un dottorato di ricerca cum laude in Scienze Sperimentali Cliniche e Mediche nell’Università degli studi di Padova, e ricevuto la Menzione Speciale prevista dal bando.

Da sinistra a destra: Giada Caudullo, Vice Presidente di Solgar Italia Multinutrient SpA; Valentina Scattolini, menzionata speciale della III edizione del bando intitolato a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia – Università di Padova

La sua attività di ricerca si è focalizzata sullo studio delle alterazioni del sistema immunitario in diverse patologie con base immunitaria, quale il diabete, la sclerosi multipla, e l’utilizzo di molecole sia farmaceutiche che nutraceutiche. Nell’ambito del diabete, ha analizzato gli effetti di un farmaco, la metformina, dagli effetti antinfiammatori e antiossidanti, sulla regolazione dell’infiammazione cronica nel diabetico.

Scattoni ha inoltre analizzato in un progetto parallelo il ruolo della vitamina D nel cross-talk tra sistema osseo e sistema riproduttivo, rilevando come l’ormone osteocalcina, prodotto durante la formazione delle ossa, contribuisca alla biotrasformazione della vitamina D nella sua forma idrossilata nelle cellule di Leydig del sistema riproduttivo. Ha così approfondito la conoscenza sul ruolo della vitamina D nel nostro organismo ed evidenziato l’importanza di mantenere i valori normali di tale preziosa vitamina.

Il bando del Premio, IV edizione

L’incontro è stato anche occasione di lancio della quarta edizione del Bando di concorso per l’assegnazione del premio di studio intitolato a “Elena Lucrezia Cornaro Piscopia Università degli Studi di Padova”; per chi vorrà concorrere, la domanda di partecipazione dovrà essere presentata entro e non oltre la data del 1° aprile 2022.

Guarda la videoregistrazione dell’incontro

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