
Gava Alessandra
Innovation and Intellectual Property Specialist Unifarco Spa | Maggio 2018
Dottorato di Ricerca in Scienze Mediche, cliniche e sperimentali
Un articolo del Sole24Ore degli anni Novanta che descriveva una figura professionale con un omino vestito per metà con il camice e la provetta in mano, per metà con giacca, cravatta e valigetta ventiquattrore. È questa l’immagine in cui si è rispecchiata fin da subito Alessandra Gava e che per molti anni le è rimasta impressa nella mente come obiettivo da raggiungere. Laureata in Biotecnologie Farmaceutiche, oggi ricopre il ruolo di Innovation and Intellectual Property Specialist presso l’azienda bellunese Unifarco, leader nella produzione di prodotti cosmetici, dermatologici, nutraceutici e di make-up distribuiti nel canale farmacia. «Fin da bambina, sono sempre stata affascinata dal mondo della scienza e dell’innovazione, poi al liceo ho scoperto che mi piaceva molto la genetica e da lì la scelta del corso di laurea è stata molto naturale. Il punto di svolta è stato proprio quell’articolo di giornale, che mi ha fatto capire fin da subito che tipo di figura professionale incarnare: un ricercatore con delle competenze aziendali».
Il dottorato come arricchimento personale e professionale
Fin da subito Alessandra aveva ben chiaro quale era l’obiettivo da raggiungere, anche se la strada per arrivarci non è stata veloce e semplice. «Dopo la laurea pensavo di aver raggiunto la metà della figura dell’omino con il camice e la provetta, così mi sono iscritta a un Master in ambito economico alla Bocconi. Ma è stato proprio in quel momento che uno dei selezionatori mi ha fatto ragionare sul mio obiettivo professionale. Questa persona, infatti, mi ha fatto capire che per inseguire i miei obiettivi, non era sufficiente il mio titolo di studio, ma dovevo consolidare le mie conoscenze entrando nel mondo della ricerca scientifica, e solo dopo avrei potuto specializzarmi nell’ambito aziendale. Così ho fatto il dottorato in Scienze Mediche, Cliniche e Sperimentali che mi ha permesso non solo di lavorare in laboratorio, ma anche di conoscere nuovi ambiti e di vivere esperienze formative dal punto di vista professionale ed umano. Dopo il dottorato, ho continuato il mio progetto sulla genetica delle malattie autoinfiammatorie con il prof. Leonardo Punzi, grazie al quale ho imparato a portare avanti dei progetti e presentarli a convegni nazionali e internazionali. Posso dire che l’ambiente del Dipartimento di Medicina mi ha permesso di ampliare molto la mia rete di conoscenze facendomi entrare in contatto con molti professionisti e ricercatori che mi hanno arricchita di conoscenza e di valori».
Gli anni universitari e i valori trasmessi
I confronti costanti con le persone incontrate durante gli anni universitari hanno permesso ad Alessandra di crescere sempre di più e avvicinarsi al suo obiettivo: «Ho tanti bei ricordi degli anni passati a Padova, le amicizie nate tra i banchi delle aule e i docenti, in particolare la Prof.ssa Barbara Gatto che oltre a trasmettermi la passione per la biotecnologia farmaceutica, insegnarmi a preparare presentazioni PowerPoint efficaci e presentare progetti in aula, mi ha reso consapevole che nella vita “volere è potere”. Per me lei è stata ed è ancora una persona di riferimento. E poi, anche l’Università in generale mi ha trasmesso molti valori, come il fatto di perseverare per realizzare i propri obiettivi, avere una mente aperta il più possibile, assecondare la propria curiosità positiva e spingersi sempre verso un continuo miglioramento».
I consigli per una buona carriera professionale
Per quanto riguarda, invece, gli approcci e gli errori che un giovane laureato dovrebbe evitare per costruire il proprio percorso professionale, Alessandra sconsiglia di pensare che laurea sia un punto di arrivo: «in realtà è solo un punto di partenza, perché da lì in poi si inizia ad affrontare il mondo del lavoro, dove bisogna essere molto umili con se stessi e con gli altri. È molto importante essere curiosi e saper cogliere le opportunità che si presentano lungo la strada, infatti, consiglio di focalizzarsi non solo sulle materie di studio finalizzate al conseguimento della laurea, ma di coltivare anche le soft skills e farsi contaminare anche da persone che lavorano al di fuori del proprio ambito lavorativo. Un esempio? Da una chiacchierata di fronte ad un caffè preso al bar possono nascere grandi progetti».
11 Maggio 2018