Godler Alessia
Novembre 2018
Laurea in Ingegneria aerospaziale
Instancabile, positiva e determinata: Alessia Gloder, classe 1992, non può che stupire per il suo carattere forte e la sua voglia di sperimentare e creare, non solo a livello professionale. Laureata in ingegneria aerospaziale presso l’Ateneo Patavino, ottiene una laurea magistrale in propulsione alla Cranfield University nell’estate del 2018, partecipa a vari progetti tra cui Drop Your Thesis! promosso dall’agenzia Spaziale Europea.Cosa aggiungere? La Gloder ama viaggiare, praticare sport all’aria aperta e la musica: continua tutt’ora il suo percorso magistrale al Conservatorio di Vicenza, dove studia clarinetto.
Progetti in orbita
Ha tanti progetti davanti a sé: “I miei amici scherzano sempre sul fatto che mentre faccio una cosa ne penso almeno tre – racconta la Gloder- […] ora sto lavorando ad un paio di pubblicazioni relative alla tesi. Sono tornata da poco da un congresso internazionale, dove è stato presentato un articolo su un possibile insediamento umano su Marte, che è la conclusione di un progetto sviluppato a cui ho collaborato assieme ad altri venti studenti provenienti da tutto il mondo durante un workshop in Germania che ho frequentato lo scorso anno”. Tra i molti progetti ricorda come fondamentale per il suo percorso la sua partecipazione a Drop Your Thesis! nel 2016: “Si tratta di un programma che permette a studenti universitari di concepire, sviluppare, costruire e testare in gravità ridotta un’idea innovativa riguardante l’ambito aerospaziale. Sono stata selezionata assieme ad altri quattro studenti di Padova, assieme abbiamo sviluppato un meccanismo per lo svolgimento ed il riavvolgimento di un filo in ambito spaziale. In relazione al progetto sono arrivati un premio internazionale, un brevetto, diverse pubblicazioni, la mia partecipazione a TEDx Vicenza e tanti altri riconoscimenti che mi hanno dato la giusta motivazione per portare avanti i miei sogni e i miei progetti”.
L(e) Università
La Gloder è letteralmente immersa nei vari progetti a cui dedica anima e corpo. E tra una laurea all’Università degli Studi di Padova e una alla Cranfield University è pronta a nuove e stimolanti avventure professionali. Sul futuro prossimo dice: “Ho delle preferenze e delle cose che mi piacerebbe fare più di altre, e per quelle mi sento sulla giusta strada. L’importante però è anche essere flessibili lungo il cammino. A volte si arriva più in là di quanto sperato e a volte invece si raggiungono alcuni obiettivi solo parzialmente. Quello che posso dire dunque è che io continuo a lavorare duro, a lottare per quello in cui credo e per quello che voglio. Accetto in modo entusiasta nuove esperienze, cerco di imparare il più possibile. Questo per ora mi sta dando soddisfazioni, mi sta portando a conoscere tante persone interessanti, mi sta facendo vivere esperienze incredibili e che non credevo possibili. […] i ricordi più vividi sono legati principalmente alle esperienze e alle persone che ho conosciuto durante gli anni, da ogni parte del mondo, ed ognuna mi ha arricchito a modo suo. Al di là del voto di un esame, delle settimane di studio, delle lezioni, credo che a distanza d’anni siano le persone che incontriamo, le esperienze che abbiamo vissuto e chi siamo diventati ad essere importanti”.Ma le soddisfazioni sono il risultato di un lavoro costante e non sempre caratterizzato da successi facili: “Come tanti altri studenti ho avuto anche io i miei momenti di alti e bassi – continua – addirittura il primo anno di università sono stata molto vicina a lasciare tutto e cambiare indirizzo. Non mi sentivo abbastanza preparata, non mi sentivo adatta al corso di laurea che avevo scelto. Ho finito il primo anno solo grazie al mio orgoglio personale e ai miei compagni di corso, che mi hanno aiutata moralmente. Quando ho iniziato ad accettare che a volte anche fallire un esame o ricevere un voto più basso del voluto è normale, le cose hanno iniziato ad andare meglio. Lentamente ho iniziato ad avere più fiducia nelle mie capacità, ho iniziato a lavorare su me stessa, a capire quali fossero i miei punti deboli per poterli migliorare. Tutto questo mi ha reso una persona più forte, più caparbia e più disposta a lottare per raggiungere un obiettivo”.
Le STEM sono cose da donne
Nonostante negli ultimi anni si sia riscontrato un aumento delle campagne di sensibilizzazione e promozione dello studio di discipline STEM (dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics) rivolte al mondo femminile, la Gloder afferma che le è capitato di vivere qualche, seppur lieve, esperienza di discriminazione: “In generale, quando si deve riportare un parere tecnico su un determinato argomento ci si rivolge principalmente ad un uomo, come se un’opinione avesse più peso e fosse più affidabile se espressa da una persona di sesso maschile. L’esperienza mi ha fatto capire che invece il mio essere donna in ambito STEM è qualcosa da valorizzare e per cui lottare […] e se il mio parere viene valutato meno importante rispetto a quello di un collega uomo, cerco di lottare per dimostrare il mio valore. Non sempre, ma spesso questo nel lungo termine è notato e premiato.”La Gloder ha scelto di intraprendere un percorso formativo in ambito STEM supportata anche dal suo desiderio di non ‘vincere facile’, di fare qualcosa di diverso, di difficile: “Di percorrere una strada poco comune – racconta – di testare i miei limiti. Volevo fare qualcosa che mi permettesse di lasciare un segno, di sfruttare tutte le mie potenzialità. Volevo poter lavorare in ambito internazionale, ma che allo stesso tempo essere creativa e sognare. Ingegneria aerospaziale dunque sembrava il giusto compromesso tra, come si suol dire, l’aver i piedi per terra e la testa tra le nuvole”.
Alumni: preparazione e creatività
Secondo La Gloder, che ha potuto testare personalmente un ambiente accademico fuori confine, gli studenti provenienti dall’Ateneo Patavino e gli italiani in generale sono ben accolti negli altri atenei perché molto preparati: “Se da un lato la nostra preparazione in ambito più pratico lascia un po’ a desiderare rispetto ad altri Paesi – racconta – la nostra formazione è molto rispettata nel campo della ricerca. Siamo abituati a studiare tanto, a fare attenzione ai dettagli, a produrre dei buoni risultati sia a livello di contenuto che a livello visivo e siamo molto creativi” puntualizza la Gloder.Parlando poi nello specifico del suo percorso di studi in ingegneria aerospaziale afferma: “Consiglio di non lasciarsi spaventare dalla difficoltà delle varie materie o del corso in sé, perché se una persona si impegna i risultati arrivano […] Consiglio di trovare il proprio metodo di studio e di non abbandonare completamente la propria vita per l’Università: impegnarsi è importante, ma anche il resto lo è. Mentre lo studio serve per diventare un buon ingegnere, gli amici, lo sport, le varie esperienze servono per formarsi come persona. In futuro, nel curriculum, saranno importanti sia i voti che le esperienze accumulate durante gli anni universitari. Sapersi relazionare con le persone nel modo giusto è una qualità essenziale in qualsiasi aspetto, sia lavorativo che umano”.Alessia Gloder è fiera di aver studiato a Padova: “Sicuramente porto con me questo aspetto durante tutte le mie attività in Italia e all’estero” afferma.Riguardo all’Associazione Alumni commenta: “È importante avere una rete di conoscenze a cui fare riferimento prima da studente e poi da giovane professionista. Cercherò di diffondere l’Associazione Alumni tra i miei conoscenti e amici, così come di supportare l’Associazione nei suoi eventi, anche in futuro”.
12 Novembre 2018