Campa Andrea
ISS-Columbus Flight Operations Engineer | Marzo 2017
Laurea in Ingegneria Areospaziale
Diversi sono stati i momenti di svolta durante il mio percorso formativo e lavorativo, sia eventi negativi che positivi che hanno contribuito a consolidarmi. In ambito accademico sicuramente il conseguimento del mio ultimo esame alla laurea triennale, le valorizzanti discussioni con i professori che più stimavo e che più credevano nelle mie idee nonostante la mia volontà di partire per l’estero (come il Prof. Naletto, il Prof. Bianchini, la Prof.ssa Bertani), le soddisfazioni per i successi ottenuti.
La prima svolta dalla vita
Ma la svolta più grossa é stata senza dubbio quella che mi sono imposto a metà del secondo anno di laurea triennale, nel 2009. Fino ad allora tutto andava a gonfie vele ed ero motivato a finire il mio percorso efficacemente e velocemente per cercare nuove esperienze formative in Europa. Poi purtroppo, a causa di un grosso problema di salute per mia madre e della contemporanea perdita di mio zio, che era come un fratello e che ha perso la vita a soli 40 anni in un incidente stradale, avevo di colpo perso la voglia di studiare. Sono stati giorni molto difficili, ma ho usato quei problemi come forza per ottenere risultati per me e per la mia famiglia. Ricordo che registrai 12 esami in 3 mesi, non mi volevo più fermare. Quel momento è tuttora la mia più forte spinta in tutto ciò che faccio, sia a lavoro che nella vita, mantenendo il sorriso sempre e comunque.
La seconda svolta da un’esame
Durante la mia laurea triennale a Padova il ricordo più vivido e scottante (su cui ora sorrido al pensiero) é forse quando fui bocciato al mio ultimo esame della triennale, quello di Aerodinamica. Il professore mi rimandò proprio alla fine del mio orale, forse non molto giustamente, dopo aver passato lo scritto e dopo un’ora di dimostrazioni in piedi alla lavagna, con i miei compagni più cari presenti ad assistere all’interrogazione. Persi tempo per nulla, costretto così ad aspettare la sessione di laurea successiva, con tanta delusione e laureandomi con mezzo anno di ritardo. A posteriori, però, ho imparato a vederne il lato positivo: ho guadagnato un anno come studente ed avuto il tempo per decidere meglio per mio futuro.
La laurea specialistica in Francia e il volo parabolico
Durante la mia laurea specialistica in Francia, invece, il ricordo più vivido va a quando, presentando il mio progetto di ricerca all’agenzia spaziale francese, fui selezionato come vincitore di un volo parabolico per sperimentare l’assenza di gravità. Un piccolo sogno realizzato e un passo in più verso il mio sogno di una vita. Ad oggi è ancora l’esperienza più bella della mia vita.
Il valore della teoria e l’integrazione della pratica
Quello che l’università italiana ha più sviluppato e migliorato in me é senza dubbio la capacità di risolvere i problemi con perseveranza. La maggior parte della conoscenza teorica che possiedo e porto con me viene da ciò che ho appreso durante i miei studi triennali all’Unipd. Come altre università italiane (sono passato anche per il politecnico di Milano prima di raggiungere la Francia) prepara eccellentemente lo studente per quanto riguarda la teoria e la flessibilità mentale all’approccio agli svariati problemi ingegneristico-scientifici che si incontrano nel percorso formativo/lavorativo. Allo stesso modo, però, questo tipo di conoscenza andrebbe a mio avviso integrata con più esperienze pratiche e proiezione all’interno del mondo lavorativo, fattore in cui le università estere invece primeggiano, almeno durante la laurea specialistica.
L’importanza del Networking
Il Networking è probabilmente la cosa più importante in qualsiasi ambito. Se l’Associazione punta su questo ne vedo solo giovamento, sia per il singolo studente che per l’Università stessa. Per fare rete bisogna però aumentare il coinvolgimento delle università estere, invogliare la gente a venire in Italia con programmi totalmente in inglese offerti per tutti i corsi, unendo tutti gli studenti e creando un ambiente di studio altamente multiculturale. Un investimento interno forse pesante, ma fruttuoso a lungo termine.
La speranza per Unipd di uno scambio sempre più BI-laterale
Quando saranno in tantissimi “non-italiani” a voler venire a studiare e lavorare permanentemente in Italia e lo scambio sarà veramente BI-laterale (e non parlo solo di erasmus, ma di interi corsi di laurea!) forse il governo capirà che investire di più nell’università è la prima fonte di guadagno a lungo termine di un paese ed in cima alle classifiche mondiali non ci saranno più il MIT, Stanford o Harvard, ma l’Unipd e tutte le altre nostre eccellenti realtà accademiche. “Fare rete” pubblicizzando e con incontri organizzati lavoratore-studenti per condividere esperienze e coinvolgere gli studenti sicuramente aiuterebbe, così come saltuarie lezioni pratiche tenute da professionisti dell’industria e non solo dai professori stessi.
Fare rete cercando connessioni al di là dei muri
Ognuno di noi, invece che alzare muri (come alcuni miei vecchi compagni che non volevano fare gli esami in inglese o con il libro in inglese perché “scomodi”) potrebbe interessarsi a cercare connessioni al di fuori della piccola realtà in cui viviamo troppo spesso da studenti, pensando solo a come passare l’esame ed al voto finale (e qui forse la colpa è anche un po’ dell’università stessa..). Potremmo far interessare, con le nostre esperienze, altri giovani come noi, invogliandoli a venire nel nostro paese e contribuire alla nostra conoscenza ed economia.
Cosa si potrebbe fare
Potremmo mantenere il contatto con l’Università che ci ha formato e parlare della propria esperienza dal vivo con chi sta per iniziarla. Potremmo far valere la nostra formazione anche fuori dall’Italia dove l’ingegnere italiano è sempre molto stimato e riconosciuto come valido, ma spesso costretto a rimanere emigrato per troppi anni (anche se alcuni sono secondo me necessari ed estremamente formativi!). Purtroppo so bene quanto i fondi e la politica siano fattori decisivi, ma sarebbe davvero bello vedere le nostre università eccellere in tutto il mondo come meriterebbero, al di sopra di altri super premiati poli. Abbiamo una formazione solida, degli ottimi professori ed una cultura accademica centenaria alle spalle, è un grosso peccato che siano i fondi o la non-voglia di innovare a rallentarci.
Il mio augurio ad Alumni è quindi che riesca a dare una svolta, magari insieme ad altre associazioni studentesche, al sistema universitario italiano, proiettandolo un pochino di più verso il lavoro, attirando l’attenzione dello Stato (che ne trarrebbe vantaggi economici) e di tanti studenti internazionali. L’effetto farfalla derivante sarebbe secondo me una grande conquista per tutti.
09 Marzo 2017