
Testa Giuliano
Medico chirurgo specializzato in Trapiantologia, Direttore della Divisione in Trapianto Addominale all’Annette C. e Harold C. Simmons Transplant Institute, Baylor University Medical Center, Dallas | Ottobre 2018
Laurea Medicina e Chirurgia
Carriera e professione sono talvolta utilizzati come sinonimi, ma per Giuliano Testa, medico chirurgo laureato a Padova e selezionato quest’anno dal Time tra i 100 personaggi più influenti al mondo, non sono termini da confondere. Perché la propria professione “È il modo più bello di vivere la vita, non il mezzo per diventare qualcuno”.
E anche se Giuliano Testa ce l’ha fatta a “fare carriera” e diventare “qualcuno” anche per il grande pubblico (il suo nome compare tra il Principe Harry e Emmanuel Macron, per citarne alcuni) per lui nulla è cambiato: “Mi sento esattamente come il giorno prima. I riconoscimenti di questo tipo lasciano il tempo che trovano; le cose veramente importanti e segnanti nella vita sono altre, come le parole della donna che ha partorito un bambino sano dopo il trapianto di utero svolto l’anno scorso; quelle rimangono dentro”.
Umiltà, sempre
Testa è Direttore della Divisione Trapianti addominali presso l’Ospedale Baylor University Medical Center di Dallas e assieme alla sua equipe è stato il primo negli USA ad effettuare un trapianto di utero in una donna affetta dalla sindrome di Mayer-Rokitansky-Küster-Hauser (che comporta nascere privi di quest’organo) e riuscire a far portare a termine la gravidanza a quest’ultima. Per Testa l’umiltà è essenziale nel suo lavoro, ed è una cosa che lo caratterizza, è nel suo DNA: “Io come medico volo basso che più basso non si può – racconta – non ho l’aurea del ‘professorone’ – dice – perché quella è una cosa che non mi è mai piaciuta; però accetto l’idea del professore che incarna la conoscenza e il suo ruolo è quella di diffonderla: questo mi piaceva molto dell’Italia. Credo sia importante – continua – fermarsi e riflettere sul percorso fatto per arrivare ad un certo titolo, perché è molto più bello dell’arrivo in sé, più emotivamente intenso di qualsiasi traguardo”.
L’Università di Padova: “fenomenale!”
E dando uno sguardo a questo percorso in ascesa che l’ha portato ad essere un chirurgo di fama mondiale, dal Texas ci spostiamo in Italia, all’Università degli Studi di Padova, dove tutto ebbe inizio.
“Chiunque voglia iscriversi all’Università dovrebbe andare a Padova! – afferma – Per me è stato un periodo intensissimo e bellissimo. Ricordo queste giornate passate sulle scalinate di anatomia patologica a parlare con glia altri compagni di corso, fare gli esami con duecento persone dietro che ti ascoltano… è un test di vita, un modo per formare la propria personalità, il proprio autocontrollo, che serve poi nella vita e lavoro di tutti i giorni”.Testa ricorda entusiasta il periodo trascorso presso l’Ateneo Patavino, lo studio, gli amici, gli esami: “Ti presentavi al colloquio orale terrorizzato, anche forse dalla nomea del professore davanti a te. Poi una volta seduto – continua Testa – ti rendi conto che l’unica cosa che conta è quello che hai imparato, e i concetti che stranamente un secondo prima non ti ricordi poi vengono fuori spontanei, ed è un momento esilarante. La fine della domanda del professore e l’inizio della tua risposta sono momenti che non dimentichi più…è fenomenale!!”. Dell’esperienza formativa presso l’Università di Padova Testa porta con sé tantissimo e soprattutto: “Il significato profondo del modo in cui a Padova viene valutata e valorizzata la “cultura”, perché non bisogna cadere nell’errore di pensare che ne esista una sola – afferma – ne esistono centomila e più ci sforziamo di abbracciarle e confrontarle con la nostra, più capiremo che ci sono molti modi per affrontare un problema. Non esiste un modo unico per fare le cose, esistono mille modi di procedere e bisogna solo individuare quelli più adatti a noi”.
Il percorso è più bello dell’arrivo
Dopo aver conseguito la Specializzazione in Chirurgia generale presso l’Ateneo Patavino, Testa vola oltreoceano a Chicago per fare un anno come volontario “Per capire se c’erano possibilità di inserimento” dice. “La decisione di fare la specialità negli USA è stata una tappa fondamentale della mia formazione, perché ho avuto la possibilità di imparare da professionisti che in quel periodo erano di grosso rilievo nel campo internazionale. Non posso poi non citare il percorso di sub-specializzazione in trapiantologia a Dallas, importantissimo perché qui ho avuto la possibilità di fare tantissime operazioni, che mi ha portato ad avere una buona conoscenza e sicurezza quando poi ho accettato il primo lavoro ad Essen”.
Un’altra svolta, dal punto di vista professionale, è stata infatti l’accettare il primo lavoro in Germania, all’Università di Essen, ricoprendo una posizione molto significativa per iniziare i primi passi come professionista in questo settore. Testa ci resta per tre anni e mezzo: “È stato durissimo e bellissimo allo stesso tempo. Eravamo due italiani, io e il prof. Massimo Malagò (Medico Chirurgo Direttore del Dipartimento di chirurgia epato-bilio-pancreatica presso l’Ospedale Royal Free e Princess Grace di Londra) e abbiamo tenuto da soli in piedi il dipartimento con un altissimo numero di trapianti. Quel periodo è stato segnante per tutta la mia carriera perché ho iniziato con il trapianto vivente di fegato”. Ritorna poi negli USA nel 2001, all’Università dell’Illinois: “Anche lì è stato formativo dal punto di vista professionale perché ho fatto delle cose che non erano mai state fatte prima al mondo”.
Ogni giorno è un bellissimo giorno
Sorride quando gli si chiede quali sono stati i motivi che l’hanno spinto ad espatriare: “Ognuno ha una propria soggettiva propensione – dice – Io personalmente non avevo il genotipo per fare carriera in Italia, credo. È stata forse anche una questione di tradizione familiare: la mia famiglia si è sempre spostata per migliorare la sua condizione e imparare. Se guardo indietro sono passati 30 anni dalla laurea e 22 dal training in chirurgia e ogni giorno è un bellissimo giorno. Non mi sarei aspettato di fare quanto sto facendo oggi, ma sicuramente volevo fare delle cose che facessero la differenza. Alla fine ho avuto fortuna e ci sto riuscendo”.
25 Ottobre 2018