Un Alumno Unipd sviluppa una nuova tecnica di analisi di vita marziana e terrestre
Nicola Ferralis – laureato a Padova e oggi ricercatore presso il MIT – ha scoperto alcune sottostrutture negli spettri Raman che possono aiutare a formulare un quadro più completo circa la composizione chimica dei campioni di roccia e terreno raccolti su Marte e scoprire tracce di vita microbica passata. Questa tecnica potrebbe inoltre risultare utile per capire anche la storia della vita sulla Terra.
Per Mars 2020 nuove tecniche di analisi dei campioni da prelevare su Marte
Un team di ricercatori del Massachusetts Institute for Technology (MIT) ha pubblicato su Carbon, una rivista multidisciplinare, uno studio che presenta una nuova tecnica di analisi di campioni di roccia e terreno. Il primo Autore dell’articolo scientifico è Nicola Ferralis, ricercatore del MIT laureato a Padova. Questo studio in particolare analizza una tecnica che aiuterà il nuovo rover marziano (il Mars 2020), il cui lancio è programmato dalla NASA nel 2020, ad identificare i campioni di rocce e terreno da prelevare in maniera rapida e non invasiva sul pianeta Marte, in modo da selezionare solo quelli rimasti il più possibile inalterati.
La Spettroscopia Raman identifica la composiozione chimica dei campioni
Questi campioni verranno analizzati con la tecnica della spettroscopia Raman, una misurazione delle vibrazioni degli atomi all’interno delle molecole. In particolare l’analisi si basa sulla misurazione delle differenti frequenze di vibrazione dei legami che uniscono diversi atomi e molecole presenti in un campione di materiale. Quindi la spettroscopia Raman fornisce informazioni chiave per identificare la composizione chimica di un campione.
Dalle evidenze di vita su Marte all’analisi dell’evoluzione biologica della Terra
In particolare, il team di ricerca guidato da Nicola Ferralis, è riuscito a stimare il rapporto tra idrogeno e carbonio a partire da alcune sottostrutture negli spettri Raman del materiale esaminato. Questa analisi quindi permetterà non solo di rendere più facile il rilevamento di potenziali tracce di vita passata su Marte, ma di approfondire l’evoluzione biologica della Terra.
La spettroscopia Raman potrebbe aiutarci a comprendere non solo Marte ma anche l’evoluzione della Terra
La nuova tecnica di analisi è stata utilizzata anche per stimare la composizione di un fossile microscopico di protista, terrestre, con risultati così promettenti da segnare il potenziale sviluppo di una nuova metodologia di ricerca per comprendere i vari meccanismi chimici e biologici che hanno segnato l’evoluzione della vita sulla Terra. In particolare Summons, co-autore dello studio, afferma «Siamo interessati a studiare la materia organica più antica conservata sul nostro pianeta, perché speriamo che ci insegni qualcosa sulla fisiologia delle prime forme di vita cellulare sul nostro pianeta».
La tecnica di analisi studiata dal team di Nicola Ferralis si presenta quindi come un interessante metodologia non solo per rilevare la presenza di vita sul pianeta Marte, ma anche per arrivare a comprendere come la vita si è sviluppata nei secoli nel nostro pianeta.
Il fascino della Scienza non ha eguali quando si scopre che la ricerca di vita marziana potrebbe aver aiutato a trovare le risposte per capire la vita terrestre.
Fonti
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Elisa Nichelli, “Vita su Marte a portata di specchio”, Media Inaf pubblicato 17/08/2016 – consultato 20/09/2016
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Nicola Ferralis, Emily D. Matys, Andrew H. Knoll, Christian Hallmann e Roger E. Summons, “Rapid, direct and non-destructive assessment of fossil organic matter via microRaman spectroscopy”, Carbon 108 (2016): 440-449.