Francesco Bettella intervista impegno e organizzazione tra studio e sport

Francesco Bettella: impegno e organizzazione tra studio e sport

2 Gennaio 2017 Associazione Alumni_admin Categories Interviste Ingegneria, news

Ha iniziato a 15 anni a fare gare a livello agonistico ma aveva solo 3 anni quando i suoi genitori lo hanno portato a fare nuoto come terapia perché “a livello fisico è una delle attività più complete”. Da quel momento l’acqua è diventata l’elemento essenziale nella sua vita, anche perché “nuotare mi dà un senso di libertà che non provo in nessun altro luogo”. Abbiamo intervistato il “nostro” Francesco Bettella: Alumno, laurea magistrale in Ingegneria Meccanica a luglio 2016 e due volte medaglia d’argento alle Paralimpiadi di Rio a settembre 2016. Un’intervista che racconta la storia di un bambino che aveva un sogno, di un ragazzo che aveva due obiettivi e di un uomo che con sacrificio, impegno e organizzazione ha insegnato a tutti che “volere è potere”.

#Il Bilancio 2016 di Francesco Bettella

Negli ultimi anni hai vissuto momenti molto intensi e coinvolgenti, dove impegno e tenacia ti hanno aiutato a raggiungere nel 2016 grandi e importanti traguardi sia nello sport che negli studi. Ci faresti il tuo personale bilancio del 2016 e in generale del percorso che in questi anni ti ha portato a diventare un Alumno campione olimpico?

Il bilancio del 2016 è stato molto positivo perché ho raggiunto i due obiettivi più importanti che mi ero prefissato fino ad ora: la laurea magistrale, un grande traguardo come studente, e la medaglia paralimpica, il massimo che un atleta sogna. Il fatto poi di averli “conquistati” entrambi in due mesi ha fatto assumere ai miei due obiettivi un significato ancora più incisivo, un “sapore particolare” che ricorderò sempre con grande orgoglio soprattutto perché non è stato per nulla facile. Ho vissuto momenti di grandi difficoltà in particolare durante la triennale che, tra le Paralimpiadi di Londra e gli Europei, ricordo come un periodo duro e di grande impegno. Poi con la magistrale è stato più semplice: avevo imparato dalle esperienze vissute ad organizzarmi molto meglio in vista sia delle Paralimpiadi di Rio che dell’obiettivo di finire studi. Alla resa dei conti, posso dire che sono stato molto tenace, mi sono impegnato il più possibile e i risultati che ho raggiunto hanno ampiamente soddisfatto ogni mia aspettativa ed oltre.

#Studio e sport, come?

Come sei riuscito a coniugare studio e sport?
Come accennavo prima, per forza di cose ho dovuto imparare a organizzare meglio il mio tempo: studiavo nei ritagli di tempo e non viceversa perché ho sempre dato priorità alle gare. Non ho mai rinunciato a una gara anche quando capitava di dover essere via nel weekend prima di un esame. La mia scelta era dettata da una significativa e naturale priorità. Per un nuotatore a livello agonistico gli anni migliori “purtroppo” coincidono con quelli degli studi e bisogna saper coniugare sport e studio al meglio: sapendo che agli allenamenti si deve assolutamente andare e che studiare per l’esame è necessario, mi sono impegnato, ho “stretto i denti” e con grande sacrificio ho cercato di far coincidere accuratamente ogni pezzo del puzzle . Il nuoto poi è uno sport molto logorante e nel tempo “ti consuma”; è quindi necessario sfruttare quel breve tempo di vita in cui la resa è massima. Allo stesso tempo negli studi devi darti delle scadenze e degli obiettivi pensando al tuo futuro professionale. Gli studi di Ingegneria poi non permettono di fare le due cose a cuor leggero, quindi durante la triennale sapevo che avrei continuato la magistrale e mi ero prefissato di finirla senza diventare matto: ci ho messo 5 anni. La magistrale invece l’ho affrontata con più metodo ponendomi degli obiettivi: volevo arrivare oltre il 100, quindi ci ho messo più energie e posso ritenermi più che soddisfatto dei risultati.

#La giornata tipo di Francesco Bettella da studente

Qual è la giornata tipo di uno studente che si prepara alle olimpiadi?

Ogni giornata era segnata da lezioni e allenamenti a orari fissi e poi dallo studio nei ritagli di tempo: in generale mattino studio e pomeriggio lezione, o viceversa, e, fortunatamente, gli allenamenti erano una costante di sera. Durante le trasferte poi mi portavo sempre i libri dietro con il proposito di ottimizzare i tempi, ma non riuscivo mai a studiare perché all’andata l’entusiasmo della compagnia ti trascina e al ritorno ero sempre troppo stanco.

#Ansia da esame e da gara per Francesco Bettella

In questi anni hai affrontato con più apprensione una gara o un esame?

Agli esami andavo preparato e il più delle volte ero abbastanza sicuro della mia preparazione. Alla gara è più difficile perché non dipende solo da te e gli avversari sono una variabile fondamentale. Il nuoto non è una scienza esatta e nonostante gli allenamenti e la preparazione, può succedere di tutto e non sai mai cosa il tuo avversario sia in grado di fare. Inoltre un dato abbastanza certo è che di solito la massima forma dura una settimana e si spera sempre che sia la settimana della gara. Infatti a volte arrivavo alla gara che non mi sentivo in forma e avevo paura. In ogni caso sono seguito da un’allenatrice molto brava che non ha mai sbagliato una gara.

#Studio e sport: i consigli di Francesco Bettella

Come consiglieresti di conciliare studio e sport a uno studente?

Dipende dal livello con cui si vuole fare lo sport. Nel mio caso, nuoto a livello agonistico, ho considerato il fatto che una gara alle olimpiadi è quella e può essere anche l’unica, mentre con gli esami c’è sempre un appello successivo. In tal senso ho cercato di far conciliare sport e studio, i miei due doveri-obiettivi. In ogni caso, che si faccia sport agonistico o meno, la cosa difficile è organizzare il tempo per fare entrambe le cose. Comunque penso che non si dovrebbe mai rinunciare a uno dei due ma trovare la propria comfort zone, considerando sempre il fatto che lo sport è una valida valvola di sfogo per chi studia.

#Studio e sport: cosa fare e cosa non fare

Quali sono i 3 errori da evitare per chi studia praticando sport? E quali le 3 cose assolutamente da fare?

I 3 errori che si deve evitare:

1.    Ripassare durante l’allenamento le cose che si sono studiate per l’esame

2.    Rinunciare alla vita sociale con gli amici quando si sa che si può uscire

3.    Essere i primi a porsi dei limiti sia nello sport che nello studio precludendosi delle opportunità che si possono presentare … Volere è potere

Le 3 cose assolutamente da fare :

1.    Andare sempre all’allenamento: anche quando ero stanco dallo studio, andare all’allenamento mi scaricava e liberava dalle tensioni delle ore passate sui libri

2.    Avere degli hobby che esulano da studio e sport e che diano puro piacere. Io ad esempio adoravo andare ai concerti nel periodo di “tregua” con gli allenamenti, quando non erano troppo serrati. Inoltre è essenziale ricavarsi sempre dei momenti per sé, a volte basta andare al cinema.

3.    Riconoscere quando si sta esagerando perché è controproducente anche esaurirsi. Bisogna sapersi ascoltare per capire quando si è vicini al punto di non ritorno ma non abbattersi di fronte alle prime difficoltà. Nonostante i sacrifici, a volte le cose possono non andare bene come vorremmo perché concentrandosi sul desiderio di fare tutto al meglio ci dimentichiamo che non siamo delle macchine. Lo insegna la vita e bisogna imparare a vederla in un’ottica di priorità sulla base delle nostre necessità.

 

Francesco Bettella è una persona molto determinata e i suoi risultati lo dimostrano: si è impegnato per raggiungere i suoi obiettivi tra studio e allenamenti, senza dimenticare mai di doversi costruire un futuro professionale e non solo da atleta. Le sue parole naturalmente semplici ma concretamente vere sono un importante invito a impegnarsi, focalizzarsi e perseverare per raggiungere, mantenere e superare i propri obiettivi o sogni senza dimenticarsi di seguire le proprie passioni e la cura di sé stessi.

Un invito di valore anche per amare lo sport e trovare la propria modalità di far conciliare studio e sport per i nostri giovani studenti, ma anche lavoro e attività fisica per tutti gli Alumni, perché una buona e salutistica valvola di sfogo è un dono che regaliamo alla nostra vita.

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