“Forse non tutti sanno che a Padova …” ce lo racconta un’Alumna
Questa è la nostra intervista a Silvia Gorgi, un’Alumna che ci insegna che la vita è fatta sì di occasioni e di opportunità, ma solo noi siamo in grado di realizzare anche i nostri sogni se siamo “attrezzati” per il futuro. Gli strumenti sono impegno, passione e una costante voglia di imparare e anche re-inventarsi. Abbiamo conosciuto Silvia Gorgi e la sua storia di vita professionale molto interessante e frizzante come il suo libro, “Forse non tutti sanno che a Padova …”, e come lei. Un percorso che dalle aule di Scienze Politiche l’ha portata alla specializzazione in Giornalismo, senza lasciare i corridoi dell’Università degli Studi di Padova, per arrivare a seguire le sua grandi passioni, il Cinema e l’Arte, come giornalista per il gruppo L’Espresso. Dulcis in fundo, oggi Silvia è diventata anche l’autrice per Newton Compton di un manuale che parla della sua città, Padova. Un percorso professionale che ispira e insegna che i sogni possono diventare realtà, basta impegnarsi e crederci.
Chi è Silvia Gorgi?
Silvia Gorgi è un’Alumna laureata in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Padova, è giornalista e “Forse non tutti sanno che a Padova …” è la sua prima opera. Un frizzante “viaggio” nel passato, nel presente e anche nel potenziale futuro di una città che da “culla delle arti”, come la definì Shakespeare, dopo un apparente periodo di letargia, si sta riappropriando del suo status di “centro del pensiero” richiamando a sé nuovi flussi di persone attratti dallo spirito patavino che si sta re-illuminando di nuova linfa e innovazione.
Silvia come una scrupolosa detective ha saputo scovare indizi molto interessanti tra aneddoti e leggende, tra testimonianze di vita quotidiana e la storia che si legge nei libri, tra tradizione e innovazione e tra personaggi più o meno illustri. Un manuale che parla di Padova, della sua provincia e di persone e luoghi che hanno reso e rendono questa bella città, e anche la nostra Università, famose in tutto il mondo. Abbiamo voluto conoscere Silvia, le sue esperienze e il percorso professionale che l’ha portata a diventare giornalista e autrice.
1. Ciao Silvia e grazie dell’intervista. Iniziamo parlando di te, la nostra Alumna. Ci racconti il tuo percorso professionale e come sei arrivata a vivere la tua nuova avventura con “Forse non tutti sanno che a Padova…”?
Buongiorno a tutti e grazie per questa bella intervista per gli Alumni, sono onorata di poter condividere con tutti voi la mia esperienza. Veniamo al dunque, chi è Silvia Gorgi? Sono una giornalista, collaboro come freelance con i quotidiani veneti del gruppo L’Espresso, ma non solo anche con riviste nazionali. Alcuni miei servizi e foto sono stati pubblicati su Elle, Il venerdì di Repubblica e Film Tv. Grazie a “Forse non tutti sanno che a Padova” ora sono diventata anche un’autrice. In ambito giornalistico mi occupo in particolare di Cultura, cinema, nuove tendenze, e seguo molti festival cinematografici internazionali come inviato. Lavoro in generale nell’ambito della Comunicazione e delle pubbliche relazioni, sicché sono stata e sono un ufficio stampa per una serie di realtà culturali, spesso legate al Nordest, associazioni, registi, case di produzioni, attori, e ,in particolare, in questo ultimo periodo, tengo molto alla collaborazione con una giovane promessa del nostro cinema, l’attrice veneziana Maria Roveran. In passato sono stata una speaker radiofonica per una trasmissione da me ideata, Nordest Boulevard, che è diventata oggi a metà tra il sito d’informazione e un blog, e che vorrei cambiasse presto veste per indossare quella di associazione o società che si occupa di produzione cinematografica in maniera innovativa. Con Sugarpulp, che è sia un movimento letterario che un festival, o meglio con la Crew di Sugarpulp, stiamo valutando la trasformazione del Magazine on line in una testata giornalistica, vedremo in questo 2017. Queste attività che metto insieme in un gran calderone sono parte di un percorso che mi ha portato negli anni dagli studi in in Scienze Politiche, indirizzo internazionale a specializzarmi nel settore della Comunicazione. In passato, prima di focalizzarmi su tutto questo e in particolare in ambito cinematografico, partecipai ad un bando un anno prima di laurearmi e ottenni il fantomatico lavoro sicuro in un’istituzione. Esperienza che mi ha insegnato molto, che mi ha interessato, in particolare, per quanto attiene la progettazione europea, in cui è stato anche possibile sperimentare per un periodo, lavorare in team e coordinare un gruppo di lavoro con una determinata responsabilità. Ad un certo punto però, avevo iniziato a limitare fortemente il lavoro che svolgevo: il mio spirito è più libero e avevo voglia di mettere le ali rispetto ad una situazione che, per quanto si possa cercare di cambiare, in fondo mi dava sempre la sensazione di tenermi in gabbia. Così decisi di rimettermi in gioco tornando sui banchi dell’università. Scelsi di nuovo la formazione con una laurea specialistica in giornalismo, dai cui stage nasce la mia prima collaborazione con i giornali e di passo in passo verso il “melting pot” che è oggi il mio lavoro.
2. “Forse non tutti sanno che a Padova …” è il tuo primo libro, un manuale o guida dove presenti Padova attraverso i personaggi e i luoghi più o meno noti che l’hanno fatta maturare nei secoli da “culla delle arti” al “centro del pensiero”. Ci puoi parlare di come sei arrivata a scriverlo?
La casa editrice Newton Compton Editori propone manuali o guide di diverse città con un approccio “easy” e alternativo. Per quanto riguarda Padova cito alcuni esempi dell’autrice Paola Tellaroli come “101 cose da fare a Padova almeno una volta nella vita” (2015) oppure “101 Perchè sulla storia di Padova che non puoi non sapere” (2014). Fra le varie collane che propongono, una in particolare è più orientata su Curiosità più storiche. A Newton Compton Editori serviva qualcuno che conoscesse la città, che fosse di Padova e avesse un occhio particolare. Hanno scelto me quindi: sono una padovana DOC e anche una giornalista da anni, quindi conosco la città, la sua storia e molte delle persone che ne stanno scrivendo e creando il futuro. Per farvi capire, molte delle storie e dei luoghi raccontati in questo libro sono proprio legati alle persone che ho incontrato nel corso della mia vita.
3. Quali sono i personaggi e i luoghi che ti hanno più appassionato scrivendo il tuo libro?
Padova è da sempre una fucina di talenti illustri e una calamita per intellettuali e studiosi che da secoli arrivano in città attratti proprio dalla sua fama, una fama alimentata nei secoli anche dall’Università degli Studi di Padova. Dalla prima donna laureata al mondo, Elena Cornaro Piscopia a Galileo, Shakespeare, e tanti altri uomini, la città ricorda sempre la sua storia illustre. Una storia che sembra ripetersi nei secoli con Luxardo, il dottor Gallucci e il primo trapianto di cuore in Italia per arrivare oggi a Marco Drago con la scoperta delle onde gravitazionali, ma anche una lunga serie di Start-Up e importanti natali che ancora oggi riconoscono Padova come “culla delle arti” e “centro del pensiero”. I luoghi di Padova poi si raccontano nei secoli, pensiamo ad esempio all’Orto Botanico e alla Specola, ma anche alla sua provincia così attiva sia dal punto di vista culturale che nella rivalutazione e recupero di oasi naturali e di borghi stupendi. Voglio citare il Bosco di Sant’Angelo di Piove che oggi è diventato un luogo aperto a tutti, un’oasi naturale in un posto dove è difficile trovare un bosco. Tutto questo è stato possibile grazie all’aiuto di un’associazione e, in primis, a una famiglia che per 25 anni si è dedicata proprio alla cura di questo splendido bosco. E così come questo troviamo il Parco di Fressanelle, l’oasi del tanello e altri luoghi legati all’anello dei Colli Euganei, una pista ciclabile che permette di percorrere in bicicletta un bellissimo itinerario immersi nel Parco dei Colli. Infine voglio ricordare anche il borgo di Pontemanco, a Due Carrae, che in relazione al Mulino e alla sua ristrutturazione ha sviluppato un percorso di rinascita Green davvero interessante.
4. Oltre alla storia hai parlato anche di Start Up e Innovazione. A cosa ti riferisci?
Tutto questo è legato a un settore che io seguo con il mio lavoro, ovvero il Cinema, in relazioni a cui ho conosciuto tutta una serie di realtà che lavorano nel nord est, in particolare ditte e startup che si occupano di alta tecnologia e che hanno le loro sedi qui, in zona industriale a Padova. Queste realtà rappresentano dei veri “cast tecnici” impegnati negli ultimi anni nel settore cinematografico, in particolare per gli effetti speciali e il 3D. Qui ho conosciuto molti padovani di talento. Tra tutti cito Diego Loreggian, oggi produttore cinematografico. Egli però aveva iniziato con una ditta, la Draw Light (adesso conta 20 professionisti tra cui uno di questi è Andrea Guiot, padovano) che prima si era specializzata nel Mapping e poi nel 3D. A loro si devono ad esempio le proiezioni in 3D in Piazza dei Signori e la realizzazione e cura delle visite virtuali all’interno del famoso albergo Storione. Questo bellissimo albergo ristorante in stile liberty, il cui restyling venne realizzato da Cesare Laurentis, una volta si trovava davanti al Bò ma venne demolito. Oggi è possibile visitarlo virtualmente grazie a una ricostruzione in 3D dell’albergo. Poi Padova conta natali pazzeschi come Marco Revelant. Marco è un ragazzo nato a Padova che viveva in via Sografi, cresceva lì, come tutti quelli della sua generazione, lavorando con i Commodore 64 e sognando di creare creature in 3D. Crescendo si laurea di fatto in giurisprudenza e diventa avvocato in un percorso lineare, ma in parallelo si specializza nel 3D e a un certo punto lascia tutto, va a Milano per lavorare nella pubblicità e poi vola in Nuova Zelanda con il regista Peter Jackson (regista del “Signore degli Anelli”). Una follia per alcuni ma la svolta per lui che diventa fa carriera in Weta Digital, casa produttrice neozelandese che ha partecipato alla realizzazione di “King Kong”, “iRobot”, “Batman vs Superman”. Marco, con il suo staff tecnico, nel 2015 ottiene di fatto un Oscar tecnico legato a un software che in un certo senso fa “barba e capello” con i programmi 3D. Infatti tale software permette di modellare ogni singolo pelo o capello con una precisione e definizione altissime.
5. Cosa significa per te questo libro? lo consideri l’inizio di un nuovo percorso o una piacevole avventura passeggera? Ti sei divertita a scriverlo? ti piaceva l’argomento?
Un’occasione, un inizio, una possibilità. Ringrazio la casa editrice per avermi dato l’occasione per approfondire temi e tematiche legate alla mia città. È stato per me un lavoro di approfondimento e di conoscenza: troppo spesso vivi una città e l’attraversi, ma respirarne il suo passato è cosa diversa. Lo considero un inizio perché sia in relazione a lavori come questi, ossia alla stesura di manuali, quando inizi un cammino ti incuriosisce e hai sempre più voglia di percorrere un sentiero. Spero che dopo quest’esperienza si apra la possibilità di un secondo capitolo legato alla città perché molto è il materiale che è stato impossibile per spazio e tempo inserire nel volume e mi piacerebbe recuperarlo; ma c’è anche un manoscritto nel cassetto su cui non posso dir nulla, ma per il quale tengo le dita incrociate in merito al suo futuro. Scrivere “Forse non tutti sanno che a Padova” non so se poter dire a tutto tondo che è stato divertente, in certi momenti lo è stato di sicuro, quando magari trovi una notizia, una chicca legata al passato che non è poi così conosciuta, e che credi possa essere interessante, o quando metti in relazione il materiale trovato e ti rendi conto che c’è uno sguardo d’insieme sulla città pur trattandola attraverso dei singoli punti, che possono essere letti, in maniera indipendente. Ma è stato anche faticoso; insomma, quando mi sono avvicinata alla fine ho anche sospirato sollevata di aver condotto in porto la mia piccola impresa. L’argomento mi interessava molto, Padova, è la mia città, e il mio cuore pulsa patavinità.
6. Il tuo percorso di studi e di lavoro evidenzia un continuo interesse, approfondimento e sviluppo di competenze trasversali che dalle scienze politiche ti hanno portato al giornalismo, al blogging e alla scrittura. Tutto ciò riflette una dinamicità mentale e personale che ti ha reso una professionista molto particolare e, come posso dire, completa in quanto copri a 360 gradi diverse mansioni mescolando il tutto con passione tanto da fare del cinema, la tua grande passione, il tuo lavoro. Sei un esempio di come è possibile con impegno, tenacia e una mente aperta realizzare i propri sogni a mio parere. Ti rifletti in tutto quello che ti ho detto? in particolare poi, cosa consigli ai professionisti di domani e anche ai professionisti che non sono soddisfatti del loro lavoro?
Splendida analisi, e grazie mille, mi rifletto moltissimo, anzi perfettamente, nelle tue parole. Sia ai professionisti di domani che a quelli non soddisfatti del loro impiego attuale, consiglio di seguire davvero i propri sogni e le proprie passioni: “smuovono il mondo”. L’ostacolo più grande è spesso crederci davvero e pensare che possano diventare realtà. Siamo stati spesso educati e formati per percorrere binari paralleli, per cercare vie sicure, ma poi ti rendi conto che le tue spinte, quelle che senti per te come le più vere, quelle che ti danno soddisfazione, che ti realizzano, che ti fanno sentire in cuor tuo felice, forse, a volte, ti allontano da quei binari, ti fanno deviare, tornare, cambiare, ma è quella la vera “tua” via, il tuo cammino
Foto di Caterina Santinello