“Cercate sempre di superare i vostri limiti, con curiosità e intraprendenza” Intervista al Generale Salvatore Farina, Alumnus Unipd e Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano
Il Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, classe 1957, è l’attuale capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, figura apicale e vertice della Forza Armata terrestre del nostro Paese. È anche Alumnus dell’Università degli Studi di Padova, dove ha conseguito la laurea in ingegneria elettrotecnica.
Generale, come ricorda gli anni dell’Università? Che tipo di studente era? La forma mentis da ingegnere è rimasta negli anni e come ha influenzato il suo lavoro?
Sono stati anni bellissimi che porto vivi nel mio cuore. Era il 1981 quando, allora giovane tenente, dopo aver completato la formazione militare, decisi di intraprendere questa nuova e impegnativa avventura. La mia esperienza è stata quindi quella di “studente lavoratore”, sempre al comando di reparti a livello Plotone o Compagnia, assai impegnativi. Poi sposato e padre di due figlie, ho continuato a portare avanti i miei studi pur trascorrendo intensi periodi d’impiego tanto in Patria quanto all’estero, in Gran Bretagna e nell’Operazione in Bosnia.
Ricordo molto bene i docenti e gli esami condotti con figure di spicco dell’Ateneo: i professori Fellin, Marini, Morandi Cecchi, Paolucci, giusto per fare qualche nome, ai quali associo svariate ore di studio ritagliate, a tarda sera o la domenica, tra i mille impegni. Un percorso non privo di sacrifici ma entusiasmante, che mi ha portato alla laurea nel ’99.
Essere ingegnere mi ha aiutato tanto nell’ambito professionale quanto, in un’ottica più generale, nell’approccio alla vita. D’altronde poi, come recita un proverbio polacco richiamato da Papa Giovanni Paolo II “Se vivi con i giovani, diventerai anche tu giovane” e mi sento di confermarlo appieno, stante questa splendida esperienza universitaria che mi ha portato a continui contatti con gli studenti consentendomi, allo stesso tempo, di rafforzare qualità come razionalità, rapidità nei processi, intuito e memoria. In sostanza, una scelta che ripeterei senza alcun dubbio.
In uno scenario globale radicalmente mutato rispetto ad appena qualche decennio fa, l’Esercito è sempre più focalizzato sulla formazione: accademie, scuole e centri militari forniscono a ufficiali, sottufficiali e personale militare competenze tecnico-specialistiche di altissimo livello in ogni settore disciplinare. L’Esercito appare, per molti versi, sempre più vicino ad un’Università. Quali sono le sfide e le opportunità in ambito formativo per garantire all’Italia un Esercito competitivo, moderno e tecnologico nel futuro di breve e lungo termine?
Uno degli obiettivi dell’Esercito è, da sempre, quello di disporre di personale preparato e altamente specializzato, requisito indispensabile per operare efficacemente nei variegati contesti nazionali e internazionali.
La formazione che l’Esercito oggi offre, segue percorsi diversificati. Si inizia la propria carriera con la “Formazione di Base”, tesa a infondere i “valori propri” della condizione militare e le basi tecnico-professionali. Ad esempio, nel corso del 2019, sono stati formati 7.281 soldati, dei quali 374 Ufficiali, 479 Sottufficiali, 6.311 Volontari e 117 Allievi delle Scuole Militari. Presso l’Accademia Militare, la Scuola di Applicazione e la Scuola Sottufficiali, in particolare, si svolgono corsi universitari. Nel caso dell’iter per gli Ufficiali appartenenti alle c.d. Armi Varie, viene conseguita la Laurea in Scienze Strategiche che si caratterizza per un armonico bilanciamento tra contenuti umanistici, scientifici e materie pertinenti per chi andrà a ricoprire ruoli di leadership.
Inoltre, dal prossimo Anno Accademico, pur mantenendo il corso di studi in vigore, innesteremo nel percorso formativo alcune discipline relative alle classi di Laurea in ingegneria, i cui crediti potranno poi essere utilizzati dai singoli studenti per conseguire, nel prosieguo della carriera, la laurea triennale e magistrale (in vari corsi d’ingegneria). Parimenti, a partire dall’Anno Accademico 2020-21 sarà avviato il Corso di Laurea in Giurisprudenza per il Corpo di Commissariato e in Ingegneria Meccanica per l’Arma dei Trasporti e Materiali. Questa formazione dei futuri quadri della Forza Armata ha lo scopo di dare una risposta concreta alle sfide di domani.
Vi è poi la “Formazione Specialistica”, volta a fornire le competenze tecniche necessarie per ricoprire incarichi specifici. L’anno scorso abbiamo formato oltre 14.000 soldati presso le Scuole d’Arma, i Centri Addestramento e i Reggimenti Addestrativi/Operativi e abbiamo dato impulso a particolari ambiti quali il settore infrastrutturale e quello sanitario. Proprio quest’ultimo si è rivelato fondamentale nel corso dell’ancora attuale emergenza.
Infine, la “Formazione Avanzata” è l’insieme di quelle attività con cui intendiamo fornire al personale le capacità per ricoprire incarichi di responsabilità, ai vari livelli gerarchici e fondamentali per l’impiego in ambito interforze e internazionale. Ad esempio, del personale viene specializzato nella Information & Communications Technology e nella capacità “Cyber Defence”, nell’impiego di Aeromobili a Pilotaggio Remoto e nella guida di elicotteri, nella contrattualistica pubblica, senza dimenticare la preparazione dell’Alta Dirigenza impiegata nel management di unità complesse. Una menzione a parte merita la formazione linguistica, finalizzata a preparare il personale destinato a ricoprire incarichi internazionali e che prevede tanto lo studio di lingue diffuse quanto di quelle rare (es. arabo, farsi, cinese, urdu, ecc.).
Insomma, le opportunità formative e l’attenzione che l’Esercito rivolge a tutto il personale sin dai primi passi nella Forza Armata, sono diversificate e costituiscono un’offerta solida e variegata.
La recente emergenza sanitaria da Coronavirus ha visto l’Esercito protagonista di un momento difficile per il nostro Paese. I militari hanno avuto un ruolo cruciale nella gestione delle aree rosse, nella riconversione di ospedali militari, nell’organizzazione dei trasporti in bio-contenimento dei malati, nella decontaminazione e sanificazione di strutture pubbliche e private. Anche lei è stato personalmente toccato dall’emergenza, essendosi ammalato di CoVid-19 a marzo 2020, per poi ristabilirsi completamente nel giro di un mese.
Come moltissimi altri concittadini, anche io sono stato colpito da questo nemico subdolo. Può sembrare scontato dirlo, ma è stata una dura prova per il fisico e per la mente. L’ho affrontata con serenità, coraggio e massima fiducia nelle istituzioni medico-scientifiche e governative. Da questo è derivata la mia personale gratitudine a tutti coloro i quali hanno combattuto e stanno combattendo questa malattia senza risparmio di energie. Quanto a me, posso ritenermi molto fortunato, non tanto per il fatto di essermi presto ripreso dalla malattia, quanto per la consapevolezza che nessuno, tra familiari e collaboratori più vicini, si sia a sua volta contagiato.
Il contributo dell’Esercito è stato rapido, chiaro ed evidente. Come in molte altre occasioni, siamo intervenuti prontamente in aiuto ai cittadini e in supporto alle altre Istituzioni operando in tre differenti settori: operativo, sanitario e logistico. Per quanto riguarda il primo, in materia di sicurezza, abbiamo rinforzato e rimodulato gli assetti impiegati nell’Operazione “Strade Sicure” in modo da assicurare un controllo del territorio più capillare.
In ambito medico, la sanità militare è stata in grado di mettersi in gioco in maniera massiccia e tempestiva, raggiungendo risultati eccezionali. Oltre 200, tra medici e infermieri dell’Esercito, prevalentemente specializzati in settori emergenziali, hanno operato costantemente in varie strutture militari e civili praticamente ovunque in Italia. Parallelamente abbiamo schierato, in sole 72 ore, due ospedali da campo a Piacenza e a Crema così come è stato inaugurato presso il Policlinico militare “Celio” di Roma un’importante struttura “Covid-Hospital” con 150 posti letto, realizzata grazie al determinate impegno dei nostri specialisti dell’Arma del Genio. Un’altra attività molto importante e richiesta dalle varie istituzioni locali è stata la disinfezione/sanificazione degli ambienti quali ospedali, cliniche, case di riposo ma anche palazzi pubblici come ad esempio prefetture e tribunali. L’Esercito ha inviato i propri specialisti del 7° reggimento Difesa CBRN (per la difesa Chimica, Biologica, Radiologica, Nucleare) nella provincia di Bergamo e ulteriori 71 squadre rese disponibili su tutto il territorio Nazionale.
Un prezioso contributo, in questa emergenza, è stato poi fornito dagli assetti logistici dell’Esercito che, con il piano di trasporto multimodale, hanno supportato la Protezione Civile per la distribuzione di materiale sanitario e di dispositivi di protezione individuale.
In questo periodo di particolare difficoltà, sono altresì emerse ulteriormente le doti di altruismo e generosità degli uomini e delle donne dell’Esercito che, oltre a svolgere i normali compiti istituzionali, si sono mobilitati spontaneamente per la raccolta di materiali e generi alimentari, evidenziando il fortissimo senso civico che contraddistingue tutti gli appartenenti alla Forza Armata.
L’emergenza sanitaria ci ha proposto uno scenario inedito, a cui probabilmente nessuno era preparato, ricordandoci l’importanza di rispondere rapidi e coesi alle sfide, spesso impreviste, della modernità. Qual è il suo personale punto di vista su questa emergenza e cosa auspica per il futuro?
Gli ultimi mesi sono stati molto difficili per tutti: per il nostro Paese, per l’Occidente e il mondo intero e dobbiamo ricordarci che, anche adesso, è fondamentale non abbassare la guardia di fronte a un nemico occulto e veloce. Questo virus ci ha costretto a modificare le nostre abitudini e quotidianità e ci ha perfino allontanato dai nostri affetti più cari.
Di fronte alle migliaia di vittime di questa emergenza sanitaria tutti noi ci siamo commossi, abbiamo provato dolore e senso di impotenza. È stato difficile per noi militari che, nel servire il Paese, accettiamo anche le più estreme conseguenze, così come è stato arduo per chiunque lavori per salvare delle vite in corsia e, soprattutto, per i familiari delle vittime ai quali rinnovo il mio più profondo cordoglio.
Da parte nostra ritengo come, nel fornire una risposta pronta e più che adeguata a questa crisi, siano state fondamentali le caratteristiche intrinseche alla nostra stessa organizzazione. Mi riferisco al senso di responsabilità, alla prontezza e all’impegno dei nostri soldati, ai quali va il mio plauso, ma anche all’addestramento, alla preparazione e alla disponibilità di mezzi, materiali, sistemi ed equipaggiamenti. Sono questi ultimi i requisiti indispensabili di capacità che vanno mantenute e alimentate proprio per essere pronti alle incerte sfide del domani.
Come i fatti dimostrano, l’Esercito – unitamente alle altre Forze Armate – costituisce una riserva strategica nella quale è opportuno investire in quanto è certo un ritorno a favore del Paese e dei nostri concittadini.
Più in generale, sin dalle prime ore dell’emergenza è emerso un profondo senso di responsabilità da parte dell’intero Paese che ha saputo cogliere la portata di un momento complesso e senza precedenti. Ritengo che il popolo italiano e le sue Istituzioni abbiamo saputo rispondere tempestivamente, per cui ripongo la mia fiducia negli italiani e nella loro capacità di affrontare, con la stessa risolutezza e coesione, le prossime fasi di questa lotta contro il virus.
Un messaggio per i più giovani.
Ai giovani studenti rivolgo il mio più sincero e affettuoso saluto, in un momento estremamente difficile e dinamico come quello che il nostro Paese sta vivendo, insieme al mondo intero. Mi auguro che la scuola e il mondo universitario rappresentino per voi uno stimolo a fare sempre del vostro meglio, cercando di superare i vostri limiti, e uno sprone ad affrontare la vita con curiosità, intraprendenza e anche con un pizzico di spirito di avventura e tanta passione.
In particolare, ai tantissimi ragazzi e ragazze che, al termine degli studi, vorranno entrare a far parte dell’Esercito dico: la nostra Forza Armata investe moltissimo sui giovani poiché il nostro personale è, e resta, la risorsa più preziosa.
Quale che sia la scelta per il vostro domani, dico ai giovani futuri laureati: siate generosi, curate i rapporti umani, valorizzate il personale che opera con voi, ricercate sempre il lavoro di squadra, osate di più.
O, se volete, come recita il nostro motto: Di più, insieme!