“Fate più esperienze possibili, sia umane che professionali. E soprattutto investite in formazione”. Intervista a Alberto Giovanni Gerli

3 Maggio 2021 Associazione Alumni_admin Categories Interviste Ingegneria, news
Alberto Giovanni Gerli, Alumnus di Ingegneria Gestionale a soli quarant’anni ha alle spalle un curriculum ricco di esperienze e la fondazione di ben due aziende – prima Arianna S.p.A. poi Tourbillon Tech s.r.l., di cui è CEO. Da settembre 2019 è responsabile della funzione finanziaria di Gamera Interactive, una startup con sede a Padova che si occupa di videogame. Appassionato di Bridge, di astronomia, di numeri e statistiche, Gerli è un imprenditore visionario e un creativo a tutti gli effetti.
Raccontaci la genesi della prima azienda che hai fondato, Arianna.

Dopo essermi laureato in Ingegneria gestionale ho lavorato circa due anni in un’azienda di Treviso, la Sifi Diagnostic S.p.A., come Supply Chain manager. Un giorno di febbraio 2008, durante la giornata nazionale “Mi illumino di meno” (dedicata al risparmio energetico e agli stili di vita sostenibili) mi sono ritrovato a discutere con un collega delle funzionalità del Led, all’epoca ancora agli inizi del suo utilizzo nel campo dell’illuminazione. Avendo entrambi un richiamo verso il mondo imprenditoriale ed essendo entrambi astrofili (facevamo osservazioni delle stelle) abbiamo avuto l’idea di sfruttare alcuni principi ottici utilizzati nei telescopi, che consentono di ottenere più luce, nell’illuminazione stradale. Li abbiamo brevettati, abbiamo lasciato l’azienda per cui stavamo lavorando entrambi e nel 2009 abbiamo intrapreso questa avventura, una grande avventura.

Il nome dell’azienda richiama il racconto mitologico di Arianna e Teseo: Dioniso fece dono ad Arianna di un diadema preziosissimo che, lanciato in cielo, andò a formare la costellazione della Corona Boreale, che pare essere la più luminosa di tutte. Mi è sempre piaciuta l’idea di realizzare qualcosa che fosse evidente e apprezzabile da subito e sapere che le strade sono illuminate da qualcosa che ho realizzato e ideato io, è una grande soddisfazione!

Lo scorso 31 marzo 2021 è stato il mio ultimo giorno ad Arianna, che nel frattempo è cresciuta molto, fino ad ottenere appalti pubblici per l’illuminazione stradale grazie alle nuove tecnologie che sfrutta e a grandi gare.

Quali sono stati i momenti più significativi del tuo percorso, dopo la laurea e in Arianna?

Dopo la laurea mi si erano presentate due opportunità lavorative: entrare in Accenture come analista, o come stagista in Ferrari, per lavorare sull’ottimizzazione dei costi delle macchine da corsa. Ho scelto la consulenza aziendale pensando che mi avrebbe aperto di più la mente

In retrospettiva, quell’esperienza mi ha insegnato il rispetto di regole e gerarchie e il valore centrale di un buon coordinamento e organizzazione del lavoro: se lavori in maniera scoordinata, rischi di complicare il lavoro a tutti i colleghi.

Più nello specifico in Arianna invece conto due momenti apicali: quello di crescita, come l’aver vinto un’importante gara a Roma nel 2015, e nel 2018 il secondo, quando mi sono dedicato ad un programma di qualifica di Arianna in Arabia Saudita per dei progetti governativi di illuminazione. Abbiamo vinto una gara enorme, dove solo cinque società si sono qualificate per l’illuminazione di tutta l’illuminazione pubblica saudita.

È stato un periodo molto intenso a livello lavorativo, e ricordo di essere volato circa diciannove volte nella penisola arabica in soli due anni. Il giorno in cui abbiamo vinto ho deciso di interrompere il mio rapporto con Arianna perché aveva raggiunto il picco desiderato. Ora invece in Tourbillon Tech, azienda fondata a settembre 2019, dieci anni dopo, la sfida è diversa: contribuire all’accelerazione tecnologica delle aziende attraverso le nuove tecnologie.

Quando hai intrapreso il percorso in Ingegneria Gestionale all’Università di Padova avevi già il desiderio di diventare poi autonomo, lanciare una tua start-up, essere imprenditore? Quali consigli daresti oggi al te stesso studente?

Rispetto al futuro percorso lavorativo, ero molto incerto: la mia famiglia aveva un’attività commerciale ed ero cresciuto con l’ansia del “rischio imprenditoriale”: oggi si vende, domani chissà; da studente il desiderio era quello di uno stipendio fisso, nessun rischio, magari ottenere una posizione all’estero. Eppure, ho seguito le mie passioni – come l’astronomia – e ho sognato in grande, tentando di innovarmi costantemente e avendo la fortuna di trovare negli anni investitori e soci che hanno creduto nelle mie idee.

Non mi piace molto dare consigli, però posso riportare la mia esperienza, se utile. La scelta degli esami da sostenere, che a volte viene presa alla leggera e fatta seguendo percorsi standard o amici, è stata invece molto importante nel mio caso: tanto le attività di alcuni esami quanto la tesi con un professore della Texas A&M University sono risultate utili e spendibili in lavori successivi.

In linea generale, per me è stato importante fare più esperienze possibili, sia umane che professionali: negli anni dell’Università ho creato legami di amicizia duraturi, alcuni presenti tutt’ora, cui devo i ricordi più belli di quel periodo.

Ai futuri Alumni, studenti di ingegneria gestionale, consiglierei di investire in esperienze formative anziché in vacanze al mare; direi di mettersi in gioco sempre, senza timori. 

Bridge, numeri, statistiche, modelli epidemiologici: raccontaci brevemente delle tue passioni.

Il bridge è un gioco in cui in parallelo alle abilità personali sono rilevanti anche i processi matematici-statistici coinvolti; è un gioco di coppia, in cui un rapporto di fiducia con il compagno e il linguaggio non verbale sono necessari. Uno sport che insegna molto sui rapporti interpersonali e lavorativi!

Già da piccolo ero bravo con i numeri e appassionato di ricerca e analisi dei dati. Quest’anno infatti mi sono dedicato allo studio dei dati della pandemia di Covid-19 per pura passione, avendo la fortuna di collaborare sin da subito con scienziati clinici ed epidemiologici che hanno validato i miei dati numerici e le mie ricerche. 

Quello appena trascorso è stato un anno di lavoro concreto, che aveva portato alla mia nomina nel Comitato Tecnico Scientifico del Governo: una delle soddisfazioni più grandi della mia vita. Quella nomina costituiva la valorizzazione di un personale lavoro tecnico, fuori dal coro, fuori da ogni logica politica o accademica, in cui ho sfruttato le competenze che l’Università mi ha saputo trasmettere e che mi sono costruito negli anni.

La nomina a membro consultivo è stato insieme il momento più alto e più basso della mia carriera: nelle successive 36 ore da quella nomina ho subito ripetuti attacchi da parte dei media, che hanno preso di mira la mia vita e il mio lavoro, accuse che reputo infondate e alle quali ho avuto modo di rispondere pubblicamente. E dato che le cose brutte, a mio parere, non hanno mai senso di esistere – e di continuare, ho deciso di rinunciare alla nomina.

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