“Da non saper niente sull’argomento a proporre un progetto dal valore stimato di milioni: lavorando e credendoci, si possono realizzare grandi cose”: intervista a Marina Giori e Giacomo Zuccon di EarthCARE, vincitori C_Lab Veneto 2021

24 Gennaio 2022 Associazione Alumni_admin Categories Interviste Ingegneria, Interviste Scienze Umane, news

Conosciamo oggi Marina Giori, laureanda in Scienze Filosofiche, e Giacomo Zuccon, dottorando in Industrial Engineering, vincitori dell’edizione 2021 del Contamination Lab Veneto, insieme ai compagni di squadra Nadir Vincenzo Guir, Beatrice Moretto, Patrick Sassack Essome e Reda El Aafyouny.

C_Lab Veneto è una competizione che dal 2018 permette a giovani talenti provenienti da diversi campi disciplinari di unire le forze per sviluppare idee imprenditoriali, sotto la supervisione di docenti, consulenti, facilitatori e tutor che li accompagnino a processi ideativi e organizzativi vincenti. Ne sono la prova i ragazzi e le ragazze di “EarthCARE”, progetto nato per rispondere alla sfida del recupero del vetro delle siringhe a scopo sanitario.


Buongiorno e complimenti per il vostro progetto e per la vittoria a C_Lab 2021! Raccontateci il progetto “EarthCARE” in modo che sia comprensibile ai nostri lettori e lettrici – nei limiti di quanto possibili in base al segreto aziendale che copre il prototipo.

“EarthCARE” nasce per rispondere a una sfida di Stevanato Group, multinazionale nel campo del packaging primario farmaceutico: il recupero, in ottica di sostenibilità, delle siringhe monouso in vetro usate negli ospedali, rifiuti da sempre non destinati al riciclo in quanto classificati come “infetti pericolosi”.

Il primo passo è stata l’immancabile ricerca bibliografica: dovevamo prima di tutto individuare il nostro perimetro d’azione da un punto di vista legale, capire cosa è o non è possibile nell’ambito del riciclo dei rifiuti ospedalieri e del vetro farmaceutico.

Ci siamo poi dedicati a mappare i settori industriali che potessero trarre giovamento dell’uso del vetro recuperato, e ne abbiamo concluso che il nostro interlocutore principale per un eventuale riutilizzo sarebbe stata l’edilizia ecologica: dal vetro farmaceutico è possibile ottenere un ampio ventaglio di materiali utili, come i cementi ecologici e i laterizi, ma anche fibre e lane di vetro.

Alla luce di ciò, abbiamo steso un business plan e realizzato – grazie al fondamentale contributo di Giacomo – un vero e proprio prototipo di macchinario ad uso ospedaliero. Il macchinario permette la separazione del corpo della siringa dall’ago – operazione non semplice, in quanto le due parti sono incollate – e lo fa in maniera veloce, sicura e automatica direttamente nelle corsie dell’ospedale.

 E quale sarà ora il destino del vostro prototipo? Vi aspetta qualche progetto nel futuro prossimo?

Il prototipo sembra mantenere tutte le promesse, funziona ed è efficiente: ha passato tutti i primi test.

Uno dei nostri obiettivi era sviluppare un processo che potesse essere conveniente e sostenibile anche economicamente dalle aziende ospedaliere. Nonostante il nostro business plan non sia del tutto attuato – ci mancano le certificazioni CE, per le quali bisogna aspettare di poter fare test sul macchinario conclusivo e sui contaminanti dei diversi farmaci in uso – abbiamo alcuni dati interessanti. Abbiamo calcolato che un ospedale da circa 1000 posti letto (che produce poco meno di 100 tonnellate di rifiuti sanitari infetti all’anno, tra cui anche circa 500.000 unità di sole siringhe in vetro), con la nostra tecnologia potrebbe avviare al recupero fino a 20 tonnellate di vetro farmaceutico l’anno (in quanto abbiamo incluso nel progetto anche la possibilità di recupero di fiale e flaconi). Inoltre, associando all’acquisto dei nostri macchinari l’installazione di una sterilizzatrice per rifiuti infetti, recupererebbe con ampio margine l’investimento iniziale grazie ai risparmi, stimati fino al 40%, sui costi di smaltimento.

Sempre in un’ottica di economia circolare, abbiamo considerato di proporre brevi percorsi di formazione per il personale sanitario: non tanto per l’utilizzo del nostro macchinario – semplice e sicuro da usare –, quanto per migliorare la “raccolta differenziata del vetro”. Non tutti i tipi di vetro possono essere riciclati con la stessa procedura, e ad oggi le tipologie più particolari non vengono distinte e sono destinate alla termodistruzione insieme ai rifiuti sanitari infetti, oppure vengono conferite nella raccolta differenziata ospedaliera, finendo per intralciare il processo di recupero del vetro comune.

Come descrivereste il percorso – umano, creativo e organizzativo – dello sviluppo di questo progetto? Il lavoro di squadra e il dialogo fra professionalità differenti è un punto chiave di C_Lab. Come vi siete confrontati con questi aspetti? Quali competenze vi siete portati a casa?

Il percorso è stato burrascoso ma molto formativo: banalmente, da principio nessuno di noi aveva familiarità con il contesto farmaceutico, né sapevamo nulla di smaltimento di rifiuti speciali di questo tipo.

La risposta alle nostre lacune era la formazione: abbiamo preso parte agli incontri con Stevanato Group per acquisire i dati utili alla stesura del nostro progetto e abbiamo svolto diverse interviste a professionisti del settore ospedaliero, farmaceutico e di waste management. Parallelamente, abbiamo lavorato internamente fra di noi, discutendo strumenti e obiettivi di ciascuno, conoscendoci meglio e gestendo la divisione della mole di lavoro.

Nel farlo, però, ci siamo accorti che ci mancava un componente: un esperto di giurisprudenza che sapesse muoversi nella selva oscura delle normative di settore. Non c’era altra cosa da fare che adattarsi: anche in questo caso, per nulla scoraggiati, abbiamo colto l’occasione come un’opportunità di miglioramento e ci siamo imbarcati nella lettura delle materie legali.

Guardando al nostro percorso, è impossibile non stupirsi di quanta strada abbiamo fatto in pochissimo tempo. Partire dal non saper niente sull’argomento a proporre un progetto dal possibile valore stimato di milioni di euro ci ha dimostrato che, lavorando e credendoci, si possono realizzare grandi cose. Abbiamo imparato a gestire le relazioni all’interno del gruppo e con l’azienda, a rispettare le deadline e gli obiettivi che ci eravamo imposti. In una parola, è stato empowering. Ci porteremo per sempre con noi questa bella esperienza!


La scadenza per iscriversi all’edizione 2022 di C_Lab Veneto è giovedì 27 gennaio!
Se sei un/a studente, neolaureato/a o dottorando/a e hai voglia di cimentarti in questo percorso, scopri come candidarti leggnedo il bando.

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