Ingegnere, docente di matematica, speaker coordinator di TEDxPadova e co-autrice del libro “Fake Sia Vero”: intervista a Lucia Ruggeri

3 Maggio 2023 Associazione Alumni_admin Categories news, Senza categoria

Lucia Ruggeri, laurea con il massimo dei voti in Ingegneria Civile, già collaboratrice alla didattica nella Facoltà di Architettura allo IUAV di Venezia, docente di Matematica nella scuola secondaria. Ha lavorato su progetti educativi con l’UNESCO – International Bureau of Education di Ginevra e con EUN ( European School Network) di Bruxelles. Ideatrice del progetto “Otto100” (vincitore del concorso della Call for Ideas per celebrare gli Ottocento anni dell’Ateneo di Padova), speaker coordinator per il TEDxPadova e co-autrice, con Maria Luisa Tegon, del libro umoristico “Fake Sia Vero”.

Buongiorno Lucia e grazie oggi per essere qui con noi! Sappiamo che hai portato e stai portando avanti diversi progetti oltre al tuo lavoro di docente di Matematica. Quale pensi sia il filo conduttore di tutto questo?

Ammetto che io stessa me lo sono chiesto…e ho concluso che il filo rosso c’è: sono progetti che diffondono idee e valori che ritengo importanti, favorendo relazioni costruttive tra le persone e crescita. E’ questo, anzitutto, lo spirito con cui cerco di “allenare la mente” dei miei studenti, attraverso il ragionamento logico-matematico e la partecipazione attiva alle lezioni. 

Con il team di TEDxPadova, poi, contribuisco a portare in città degli speaker con “idee che vale la pena di diffondere”, come recita proprio il claim della piattaforma TED.

Il progetto “Otto100”, invece, è stato un percorso in cui otto studentesse eccellenti sono divenute un team di “ambasciatrici” dei valori e della storia della nostra Università, in occasione degli 800 anni, premiate con una borsa di studio biennale. Con questa squadra femminile ho anche voluto, simbolicamente, ricordare le tante donne di talento che, da Lucrezia Cornaro in poi, superando molti ostacoli, si sono distinte nello studio e nella ricerca. 

Anche il libro “Fake Sia Vero” è stato un lavoro di squadra – con la coautrice, l’illustratore e l’editrice – che unisce l’umorismo ad uno scopo benefico. In questo caso sono molto gratificanti le relazioni con i nostri lettori …e i loro sorrisi divertiti!

Parliamo del libro “Fake Sia Vero” che ti vede autrice insieme a Maria Luisa Tegon. Da dove nasce l’idea e questa passione per i giochi di parole? E qual è il processo creativo per realizzare un libro di questo tipo?

La passione per i giochi di parole e il senso dell’umorismo mi accompagnano fin dall’infanzia. Ora, con i social network, è più facile trovare gruppi che condividono gli stessi interessi e proprio online è nata sia la conoscenza con la mia coautrice sia la possibilità di raggiungere potenziali lettori promuovendo il libro, che è comunque cartaceo. 

Sia io che Maria Luisa avevamo già creato, negli anni, numerose battute brevi basate su anagrammi, omofonie, doppi sensi ecc. Le ho quindi proposto di unire le forze per raccogliere le battute in un libro che avesse anche uno scopo benefico. La preziosa collaborazione volontaria dell’amico fumettista Paolo Mottura, con le sue accattivanti vignette, e il fortunato incontro con un’editrice che ci ha dato fiducia hanno poi permesso di realizzare il progetto.

Si tratta di un progetto di solidarietà, perché i diritti d’autore del libro verranno devoluti all’AIL, Associazione per la ricerca e cura delle leucemie e a RYLA Onlus, che raccoglie fondi per la Breast Unit e la ricerca contro il tumore al seno dell’Istituto Oncologico Veneto. Come mai questa scelta? Qual è l’obiettivo che vi siete poste?

Sia io che Maria Luisa abbiamo esperienze di volontariato. Tra noi c’è stata quindi un’immediata sintonia sull’idea di unire il divertimento di un libro umoristico ad una causa importante quale il sostegno alla ricerca medica e alla cura in campo oncologico. Siamo, infatti, convinte che in modo leggero e divertente si possano far passare efficacemente ai lettori anche messaggi seri;  per questo abbiamo scelto proprio un paio di battute sull’importanza della prevenzione per la quarta di copertina.

Il libro, poi, oltre che nelle librerie, verrà proposto negli spazi a disposizione delle onlus durante eventi benefici, o sportivi come la Padova Marathon.

Come descriveresti il tuo legame con l’Università di Padova e con la nostra Associazione?

La mia esperienza di studentessa fuori sede, negli anni universitari, è stata molto importante e formativa per la mia crescita personale. 

Il percorso di studi  è stato impegnativo, ma avendolo sempre condiviso con un gruppo di compagni di corso – diventati poi amici – anche le inevitabili difficoltà sono state affrontate con spirito di squadra… e i successi festeggiati sempre in compagnia, magari davanti a pizza e birra!  

Padova è una città con molte opportunità culturali, proprio perché sede universitaria, ed è stato quindi per me naturale decidere di rimanere qui, dopo gli studi. Non ho mai interrotto il mio legame con l’Università di Padova, in senso affettivo ma anche concreto,  frequentando un corso post-laurea e partecipando a vari appuntamenti culturali promossi negli anni dall’Ateneo. Sono perciò stata un’entusiasta sostenitrice, fin da subito, dell’Associazione Alumni. Ricordo con emozione l’evento di lancio all’Orto Botanico, con la performance artistica della “rete di persone” che Alumni intendeva creare. Direi che col gran numero di iscritti raggiunto in pochi anni, i chapter all’estero e le tante iniziative realizzate, l’obiettivo si stia concretizzando al meglio.

Tutte queste attività che hai intrapreso e continui a sviluppare hanno in comune sicuramente una caratteristica: essere creativi. Qual è il segreto?

Credo che, nel mio caso, avere un’indole curiosa e interessarmi a tanti ambiti diversi mi abbia aiutato a sviluppare una certa creatività. Ritengo anche che sia da sfatare il pregiudizio che vede la creatività come un’esclusiva di chi si dedica a studi umanistici o artistici. Gli studi scientifici e la matematica allenano la mente, per esempio, ad arrivare alla soluzione di un problema tramite strade diverse, a immaginare punti di vista alternativi, a sviluppare la capacità di astrazione; sono abilità che poi -a mio parere – concorrono a formare una mente creativa.

Che consiglio ti sentiresti di lasciare a giovani ragazzi e ragazze che sono ancora alla ricerca della propria strada? Come si fa ad inseguire il proprio sogno?

L’invito che farei è sicuramente quello ad essere curiosi, a interessarsi anche a ciò che c’è fuori dal proprio corso di studi o percorso di carriera, a non temere di fare esperienze apparentemente scollegate tra loro. Inoltre, attività come il volontariato, la vita associativa, lo sport, i periodi di formazione all’estero, sono di grande utilità sia per la crescita personale sia per sviluppare le competenze trasversali, sempre più richieste nel mondo del lavoro.

Ci saluteresti con un gioco di parole?

Molto volentieri! Direi che ci vuole una battuta adatta a questo periodo primaverile: “Per ora mangio ancora volentieri le zuppe, ma con i primi caldi mi passerà la voglia dei primi caldi!” 

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