PADOVA UNIVERSITY PRESS: LE PUBBLICAZIONI DI GENNAIO (2024)

22 Febbraio 2024 Associazione Alumni_admin Categories news

La Padova University Press nasce con l’obiettivo di selezionare e pubblicare il sapere accademico in senso ampio, dando massima visibilità ai risultati della didattica e della ricerca in Ateneo; essa vede nella divulgazione scientifica lo strumento per coinvolgere le persone, per farsi conoscere e per far conoscere, per dare informazioni, concetti e competenze corrette su argomenti e discipline conosciute e sconosciute.

Ecco le pubblicazioni più rilevanti del mese di gennaio 2024, due su tre sono scaricabili gratuitamente in pdf (clicca sulle copertine per maggiori info).

Gustare il destino nel cristianesimo

A cura di Fabio Farotti

Ha senso chiedersi oggi se c’è una via per salvare il cristianesimo nei suoi dogmi fondamentali (la resurrezione della carne in primis) dal precipitare fatalmente, per intrinseca coerenza, nell’ontologia disperata di Leopardi?

Se non in forma diretta – visto che in base al modo greco di intendere il divenire appunto a quel collasso destinato –, in forma indiretta: come massimo presagio e adombramento del destino nella notte dell’estrema follia. La figura senza pari di Cristo, la prodigiosa immagine di Maria – in entrambi il tempo sorprendentemente amico dell’eterno, il finito dell’infinito –, l’abisso dell’Epistolario paolino e anzi dell’intera Scrittura, a ben vedere, ancorchè in forma inarrestabilmente lacerata ed errante, proprio questo indicano: la vocazione all’eternitа da parte di ogni cosa. Anche dolore e morte sono voluti da Dio e non hanno perciò potere autonomo alcuno. In tale grido strozzato va in ultimo individuata per noi la rovinosa grandezza del cristianesimo.

Svelare l’invisibile. Tracce nascoste di storie, opere e contesti.

Il presente volume raccoglie i contributi proposti in occasione del Convegno Internazionale Svelare l’invisibile.

Tracce nascoste di storie, opere e contesti, tenutosi a Padova nei giorni 17 e 18 novembre 2022 e organizzato dalle dottorande e dai dottorandi del XXXVI ciclo del Corso di Dottorato in Storia, Critica e Conservazione dei Beni Culturali dell’Universitа degli Studi di Padova.

Le due giornate di Convegno, rivelatesi una preziosa opportunitа di confronto e dialogo tra giovani studiosi e ricercatori appartenenti a differenti atenei italiani ed esteri, sono state interamente dedicate allo sviluppo e all’approfondimento del tema dell’invisibilitа nell’ambito della ricerca sui Beni Culturali. Variamente declinata nel campo dell’Archeologia, della Storia dell’Arte, della Musicologia e delle discipline dello Spettacolo, tale tematica ha consentito di sviluppare un’ampia riflessione sui metodi e gli strumenti – tradizionali e/o tecnologico innovativi – che consentono di restituire alla conoscenza opere, manufatti, tracce, storie o contesti non più visibili, perchè giа da principio intenzionalmente celati dai loro realizzatori, o perchè oggi difficilmente ricostruibili e fruibili, o ancora perchè spesso marginalizzati dalla stessa comunitа scientifica e pertanto scarsamente studiati e noti.

Un monastero-villa sui Colli Euganei: San Daniele in Monte

A cura di Giulia Becevello

Storia, architettura e paesaggio monastico intende ricostruire, attraverso il supporto della documentazione d’archivio, le vicende trasformative del piccolo complesso religioso posto sulla sommitа del colle omonimo.

A partire dalla fondazione nell’XI secolo, vengono esaminati alcuni momenti rilevanti per l’architettura monastica, considerando nello specifico la profonda campagna di ristrutturazione svoltasi tra la fine del XVII secolo e l’inizio del successivo. In particolare, nel 1710, l’architetto Francesco Muttoni fu incaricato dai canonici regolari del Santissimo Salvatore della progettazione di una nuova chiesa. Ulteriori modifiche derivarono dalla soppressione della canonica e dalla successiva vendita all’asta nel 1772, con la conseguente destinazione del complesso a villa da parte della famiglia proprietaria, i Todeschini, poi Bonomi.

La restituzione dell’edificio alla vita religiosa, con il trasferimento di un gruppo di monache benedettine da Fiume, fu all’origine di nuovi adeguamenti e significativi ampliamenti del complesso di San Daniele in Monte, realizzati sempre nel rispetto delle preesistenze e, soprattutto, dell’opera muttoniana.

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