
Arslan Antonia
Scrittrice
Laurea in Archeologia
La mia carriera di scrittrice, e prima ancora di docente di letteratura italiana moderna e contemporanea, sembra apparentemente distante dalla laurea in Archeologia che ho conseguito. Volevo fare l’archeologa, ma dopo la laurea ho avuto la serenità e la lucidità di capire che il mio approccio mentale e le mie attitudini trovavano un naturale approdo nella parola scritta. Fu un cambio di rotta importante, perché ho dovuto iniziare un percorso nuovo, anche se affascinante. È stato un percorso ricco di soddisfazioni, e anche di forte impegno, che mi ha visto insegnare per tanti anni e specializzarmi sulla letteratura del fantastico, sul romanzo popolare italiano e la letteratura femminile fra ‘800 e ‘900. Sempre con quella curiosità intellettuale che è il valore più importante che un ateneo possa trasmettere: una curiosità da me condivisa con i tanti miei laureandi, ai quali spesso ho suggerito di seguire strade di ricerca poco battute.
Dell’Università ricordo in modo limpido le affascinanti lezioni di tanti maestri: il prof. Carlo Anti, grande archeologo esperto di teatro greco, Alfonso Traina, famoso latinista di cui seguii un corso affascinante sul latino di Giovanni Pascoli, e infine Carlo Diano, geniale e imprevedibile grecista e filologo. E ricordo anche con molto affetto gli studenti che ho accompagnato alla laurea: con alcuni di essi ancor oggi continua un rapporto fatto di stima, rispetto e affetto reciproci. Inoltre, riconosco che tutto ciò che ho letto, scritto, studiato, corretto e tradotto – da studentessa e da insegnante – è stato un bagaglio prezioso nel passaggio da docente a scrittrice: ha fornito gli strumenti teorici e metodologici che mi hanno consentito di costruire una carriera ricca di soddisfazioni.
L’Associazione Alumni è una nuova opportunità, un cantiere aperto che potrà delinearsi in modo dinamico dalla relazione fra l’Università e gli Alumni stessi: la direzione, la conformazione di questa rete è tutta da decidere e – cosa importante – saranno le persone stesse che la costituiscono a inventarla. È quindi una grande occasione per condividere nuovi progetti e stimoli e per portare queste idee all’interno del mondo accademico. In questo modo, credo, sarà possibile continuare a mantenere viva la fama di un Ateneo, come quello di Padova, che all’estero è un caso di studio ed era un modello intellettuale.
22 Febbraio 2016