Brigo Damiano
Professore (Chair) in Matematica presso Università “Imperial College London”, Londra | Luglio 2016
Laurea in Matematica
Il mio percorso professionale si è sempre sviluppato lungo due binari: da una parte la ricerca speculativa e dall’altra l’industria. Il primo momento fondamentale in questo itinerario, infatti, è stato il conseguimento del dottorato in un ambiente competitivo internazionale, come la Libera Università di Amsterdam. Successivamente ho avuto il coraggio di rimettermi in discussione, valorizzando ulteriormente il dottorato con un’esperienza di alto livello di dodici anni nell’industria. Lo dico da accademico: esperienze di ricerca e di gestione nell’industria insegnano a risolvere problemi che spesso nella carriera accademica pura non si presentano, soprattutto per i matematici, ed equipaggiano lo scienziato con un pragmatismo che a volte ha un effetto positivo anche sulla qualità della ricerca più speculativa. L’altra svolta è stata la risoluta decisione di continuare a fare ricerca e a pubblicare a livello accademico internazionale anche da dentro l’industria, in modo da tenere aperta la comunicazione con la ricerca accademica. Questo mi ha permesso di entrare nell’ambiente accademico direttamente come professore (chair), con un travaglio burocratico nullo rispetto a quello che avevo intravisto in altri paesi, sviluppo sorprendente, se si considera che l’Imperial College London (ICL) è una delle università leader globali.
Fra i ricordi del periodo universitario che conservo ci sono sicuramente le immagini di professori come Tullio Valent, che scriveva le dispense a mano con la cura di un amanuense e spiegava concetti difficilissimi in modo gentile e rigoroso. Come non ricordare anche il professor Giovanni Di Masi, tristemente scomparso proprio in questi giorni, che mi ha insegnato molto e che mi ha accompagnato alla laurea come relatore. Sono state persone che mi hanno dato tanto sia dal punto di vista scientifico che umano: me ne rendo conto meglio ora, che io stesso detengo una cattedra presso un dipartimento di matematica.
Il periodo universitario è anche legato a un passaggio importante rispetto alla scuola superiore. La matematica che vedevamo non aveva nulla a che fare con quella che conoscevamo: fu uno shock per molti, e ricordo le espressioni spaurite di molti studenti. La piena astrazione, infatti, permeava già le prime lezioni: i cari vecchi numeri reali delle superiori erano semplicemente un caso particolare di un mondo molto più ampio e affascinante. Ricordo anche gli esami con 200 iscritti, dove passavano 4-5 studenti: era una selezione a volte anche brutale, ma alla quale si accompagnava l’opportunità di incontrare alcuni docenti con una fortissima passione per la materia. Il loro insegnamento, e più in generale la facoltà di Matematica a Padova, mi hanno trasmesso tanto: il rigore, soprattutto, e la capacità di andare a fondo nelle cose. Il rigore è molto importante: ci sono situazioni in cui uno sacrifica la precisione per ottenere soluzioni più velocemente, accettando vari livelli di approssimazione, ma è importante mantenere la capacità di essere pienamente rigorosi se la situazione lo richiede. Il curriculum di matematica a Padova mi ha anche insegnato a pensare a livelli elevati di astrazione, anche se la lucidità è aumentata con l’esperienza nell’industria. Questa educazione al pensiero rigoroso è ancora oggi la mia guida nella ricerca più speculativa in cui sono impegnato. Inoltre, le basi di matematica apprese a Padova sono un bagaglio prezioso: se devo spiegare topologia a uno studente lo faccio col bagaglio, lo stile, la lucidità e la chiarezza che ho appreso all’Università.
La nascita dell’Associazione Alumni è un fatto storico per l’Università di Padova. A mio avviso è fondamentale che gli Alumni si incontrino di persona a un evento annuale o biennale e che interagiscano con la società superando le barriere professionali e generazionali, aiutando anche gli studenti attuali ad avere fiducia e a trovare ispirazione. Un’idea potrebbe essere l’organizzazione di festival aperti al pubblico – sia di studenti di Padova che della società civile – con un contenuto interdisciplinare a cui gli Alumni possano contribuire con presentazioni o tavole rotonde. In sostanza occorre far incontrare e interagire gli Alumni, ma non soltanto tramite social network e non al solo scopo di aumentare la base di contatti eccellenti: una componente di autenticità è fondamentale, e vanno studiati modi per valorizzarla. Dall’altra parte ogni singolo Alumno può dare un contributo importante: è una persona, infatti, che ha deciso in cuor suo di contribuire in modo autentico a dare fiducia e ispirazione ai giovani studenti e a confrontarsi in modo interdisciplinare e aperto con i colleghi dell’associazione e con la società più in generale. È un ruolo che, pur coinvolgendo persone che potremmo definire di successo, richiede umiltà, per essere valorizzato, e una forte motivazione, dato che altrimenti il livello di impegno medio degli Alumni e le sedi diverse impedirebbero contributi significativi. Infine, la componente culturale è fondamentale. Spero vivamente che l’associazione cresca con questo spirito.
12 Aprile 2016