
Cafagna Ettore
Referente progetti di inserimento lavorativo e integrazione sociale Edeco Cooperativa Sociale Onlus | Maggio 2018
Dottorato di Ricerca in Scienze Storiche
«Non sappiamo mai quali opportunità ci riserva la vita, l’importante è avere la flessibilità mentale di saperle cogliere e valutare». È con queste parole che esordisce Ettore Cafagna: dopo la specialistica e il dottorato in Storia Moderna e Contemporanea, oggi è referente dei progetti di inserimento lavorativo e di integrazione presso una cooperativa di Padova. «Mai mi sarei aspettato di lavorare nell’ambito sociale, eppure, anche se la cosa apparentemente non è legata ai miei studi, mi sento molto realizzato. Diciamo che è stato un piacevole caso: all’epoca del dottorato avevo bisogno di piccole entrate per portare avanti i miei studi, così ho trovato lavoro in questa cooperativa che si occupa di accoglienza. Ho cominciato facendo l’operatore con un contratto part-time, poi, finito il dottorato, mi sono reso conto che in quel contesto non solo avevo trovato la mia dimensione, ma potevo crescere molto a livello professionale. E così continua a essere oggi».
L’Erasmus, un’esperienza positiva che ti segna la vita
Di certo a Ettore la voglia di sperimentare e di mettersi in gioco non è mai mancata perché è solo con questo spirito che si possono cogliere tutti gli aspetti positivi della vita. «Il momento di svolta dalla mia carriera universitaria ad oggi è stato indubbiamente quando ho fatto l’Erasmus per svolgere la tesi della specialistica. Sono stato per sei mesi nell’Università di Utrecht, in Olanda, per svolgere le mie ricerche e devo dire che è stata un’esperienza unica. Là ho scoperto un mondo nuovo, ho capito cosa significa abitare fuori casa e come funziona un’altra realtà. È stata un’ottima occasione non solo per migliorare l’inglese e imparare pian piano l’olandese, ma anche per stimolare ancora di più la mia curiosità positiva su argomenti che andavano al di fuori del mio ambito di studi».
L’Università aiuta a definire la propria strada
Ci sono altre esperienze e legami forti legati all’Università di Padova che Ettore ricorda con piacere: «Mi sentivo come all’interno di una grande famiglia, seguito nel momento del bisogno e quindi spinto a valorizzare le mie capacità personali. E poi ho un ricordo piacevole anche dei professori, in particolare di quello che ho conosciuto durante i sei mesi di Erasmus a Utrecht e con cui ho collaborato durante il periodo del dottorato. È stata una persona illuminante perché mi ha aiutato a mettere in discussione le mie idee, ad avere uno spirito critico, a essere umile e vedere sempre i punti di forza di una persona. Mi ha anche aiutato ad affinare il mio metodo di ricerca scientifica dandomi quelle che sono le coordinate per incanalare la mia curiosità senza disperdere energie. Posso dire che è solo grazie all’Università e agli insegnamenti ricevuti che ho potuto sviluppare i miei interessi e contestualizzarli».
Promuovere sempre di più i progetti di studio all’estero
Prendendo come punto di rifermento il periodo di studi all’estero, secondo Ettore, l’Associazione Alumni può diventare un elemento chiave per favorire lo scambio di contatti tra giovani studenti e spingerli a fare più esperienze possibili utili poi nel mondo del lavoro. «Durante gli anni universitari ho imparato che bisogna essere molto umili, perché solo il titolo di studio non ti dà una garanzia di lavoro. Bisogna proporsi, cercare di cogliere e valutare le opportunità che si presentano. La cosa importante è non demoralizzarsi quando le cose non vanno come si spera, perché le competenze le si hanno, bisogna solo sfruttarle nel modo migliore».
24 Maggio 2018