Melazzi Davide
Program Manager T4i Srl – Padova | Marzo 2018
Laurea in Ingegneria Aerospaziale – Dottore di Ricerca in in Scienze Tecnologie e Misure Spaziali
La storia professionale di Davide Melazzi è l’esempio che ricerca e impresa possono creare una forte sinergia.
Dalla laurea al dottorato al lavoro in uno spin-off
Dopo la laurea in Ingegneria Aerospaziale si trova davanti al bivio che attende molti giovani: continuare con il dottorato oppure lanciarsi nel mondo del lavoro? «Avevo fatto diversi colloqui di lavoro – ricorda Davide – ed ero praticamente in procinto di iniziare in un’azienda, quando il professore con cui mi sono laureato mi ha proposto di fare il dottorato. Il richiamo della ricerca scientifica si è fatto sentire, molto forte. Ma non ho iniziato subito perché ho scelto di partecipare a un progetto di ricerca finanziato dalla Comunità Europea. È stato un anno di “prova” per testare me stesso e capire se veramente la ricerca era ciò che desideravo fare».
Nel 2013 si conclude anche il Dottorato e, in un certo senso, Davide è di nuovo davanti allo stesso bivio: ricerca oppure azienda. Questa volta però la soluzione è né l’una né l’altra; o meglio, è sia l’una che l’altra, perché entra in uno spin-off dell’Università di Padova. Si chiama T4i Srl e raggruppa una ventina di giovani ingegneri aerospaziali che si occupano di innovazione per il settore spaziale e industriale, di ricerca pura e di trasferimento tecnologico per le aziende.
Never give up!
«Il mio è stato un percorso lineare – commenta Davide – perché quello che ho iniziato all’Università è stato poi continuato nel dottorato e, infine, è confluito nel mio attuale lavoro. Ma al di là delle competenze specifiche, credo che tutta la mia storia professionale possa essere riassunta da un valore che mi ha sempre accompagnato: “never give up”, come dicono gli inglesi. Quando sei alle superiori ti fai una certa idea dell’Università. Poi quando inizi i primi corsi capisci che è qualcosa di completamente diverso: non è tutto rose e fiori, ma devi affrontare difficoltà e colmare lacune. Ed è lo stesso con il dottorato: nel mio caso è stato stimolante ed è stata una continua lotta per affrontare e superare le nuove sfide che mi si ponevano, per reinventarmi e riposizionarmi in contesti diversi e fino a quel momento sconosciuti. Fortunatamente, l’Università mi ha permesso, tra le altre cose, di sviluppare una forte attitudine al problem solving. Ho vissuto e studiato all’estero e devo dire che il bagaglio di competenze e la forma mentis acquisite mi hanno consentito di affrontare ambiti che necessitavano di essere sviluppati. Mi sono ritrovato così a costruire una forma mentis ben definita che non significa avere tutte le soluzioni in tasca, ma bensì di ritrovare nel proprio bagaglio un metodo, capendo allo stesso tempo e con umiltà quali sono le proprie lacune, consapevole di avere gli strumenti concettuali per colmarle».
I fondamentali per affrontare il mondo scientifico
Il mondo dell’ingegneria aerospaziale è, per sua stessa definizione, un settore che vive e si sviluppa rinnovando di continuo i traguardi da raggiungere e che fa della competenza un aspetto fondamentale. Davide Melazzi conferma che in questo settore i laureati a Padova sono tenuti in grandissima considerazione, soprattutto per la loro preparazione e per possedere dei “fondamentali” molto solidi. «Che si tratti di aziende o di progetti di ricerca – sottolinea Davide – quello che è richiesto è essere molto, ma molto, preparati. La parte tecnica coltivata da un ingegnere aerospaziale è l’aspetto che fa la differenza, il resto è accessorio e può essere sviluppato con l’esperienza».
Ma quali sono le trappole e gli errori da evitare per i giovani laureati?
«Dal mio punto di vista – risponde Davide – dipende da che strada si vuole intraprendere. Se una persona sceglie di fare ricerca deve individuare in modo molto intelligente ed empatico il professore che lo seguirà. Allo stesso modo chi approccia il mondo del lavoro deve stare attento a non sminuire se stesso, rallentando il proprio percorso magari in stage senza prospettive che siano in assonanza con i propri obiettivi prefissati. In ogni caso, è importante essere consapevoli che ogni scelta va affrontata con coraggio e determinazione, senza eccessive preoccupazioni: bisogna dare il giusto peso, ne troppa leggerezza, ma nemmeno un eccessivo carico di aspettative. E avere l’umiltà di accettare un percorso che pur partendo da fondamenta di studio molto elevate, necessiterà in ogni caso della capacità di saper posare mattoncini, uno dopo l’altro, per costruire allo stesso livello anche il proprio percorso lavorativo-professionale».
21 Marzo 2018