
Intervista a Don Dante Carraro, Direttore di Medici con l’Africa Cuamm
Direttore di Medici con l’Africa Cuamm
La storia di Don Dante Carraro è quella di un medico diverso dagli altri, con una vocazione più grande, con la V maiuscola.
Oggi direttore dell’ONG ONLUS Medici con l’Africa Cuamm, Don Dante Carraro inizia il suo percorso universitario a fine anni ’80, iscrivendosi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Padova.
Vocazione, vocazioni
“Allora volevo fare il medico e nel 1987 mi sono laureato presso la Facoltà di Medicina e poi specializzato in Cardiologia – racconta Don Dante – la svolta decisiva, per la mia vita, direi che è stata la mia vocazione. Mentre studiavo all’Università sentivo forte la chiamata del Signore e così, dopo la specialità, nel 1991 sono diventato prete. Volevo fare il missionario e anche il mio percorso di studi mi avrebbe aiutato. Una volta diventato sacerdote, dopo alcuni anni di servizio in parrocchia, il Vescovo di allora mi ha invece chiesto di andare al Medici con l’Africa Cuamm, ad affiancare Don Luigi Mazzucato, direttore della struttura. Ho così seguito un master in Gestione ospedaliera e Medicina tropicale. Oggi, che sono direttore di Medici con l’Africa Cuamm penso che tutte queste tappe della mia vita siano punti fissi di un disegno più grande che sta prendendo forma, giorno dopo giorno”.
L’Università: gli “strumenti” per aiutare
Chi ha avuto il piacere di conoscere Don Dante sarà stato certamente colpito dalla sua profonda umiltà e dalla forte energia positiva che trasmette. Con uno sguardo al passato afferma: “Da ragazzo sognavo di avere un cuore grande come il mondo e mi pare che, passo dopo passo, questo si stia realizzando, non per merito mio, ma per dono del Signore”.
Ricorda gli anni universitari come un periodo intenso “Ricco di esperienze – racconta – porto con me l’importanza della fatica e tenacia nel perseguire un obiettivo: sono stati tanti i traguardi raggiunti, con impegno e costanza. Su tutto, il ricordo più forte è la grande dedizione e la passione per quello che stavo studiando, cioè la medicina e la cardiologia, per queste discipline che mi hanno permesso di conoscere l’essere umano, in modo profondo.
L’Ateneo mi ha trasmesso i valori del rigore, della precisione e della propensione ad avere un approccio logico. Inoltre la possibilità di applicare nella pratica quello che si studiava in teoria”.
Sopra ogni cosa Don Dante Carraro sottolinea l’importanza del “rispetto verso l’uomo. Siamo medici e abbiamo fatto il giuramento di Ippocrate: ogni vita umana è sacra”.
Agli studenti, neolaureati di oggi, Don Dante consiglia di coltivare l’”onestà intellettuale”, ed essere sempre coerenti tra quello che si studia e la vita che si conduce, “non avendo la pretesa di poter fare tutto da soli, senza lavorare in team”.
Alumni e territorio
Secondo Don Dante gli alumni, laureati all’Università degli Studi di Padova, sono accolti molto bene nel territorio veneto e, nello specifico: “Come Medici con l’Africa Cuamm abbiamo una collaborazione molto importante con il SISM (Segretariato Italiano Studenti di Medicina) a livello nazionale, così che i giovani studenti di Medicina dell’Ateneo possano andare un mese nei nostri ospedali a contatto con una realtà così diversa da quella nostra – continua Don Dante. – Abbiamo inoltre un accordo con la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università italiane) così che gli specializzandi possano trascorrere da sei a dodici mesi di tirocinio, riconosciuto nel loro percorso formativo/professionale, in Africa. Prima Università a siglare questo accordo è stata quella di Padova, da cui sono partiti numerosi giovani specializzandi”.
Le richieste provenienti dal territorio è di un’università che risponda alle esigenze specifiche “Delle aziende, dei bisogni sanitari… che sia sempre più coerente e adeguata al contesto che sta evolvendo sempre più velocemente”.
Ponendo invece il nostro sguardo anche fuori confine nazionale, Associazione Alumni può dare il suo contributo: “Valorizzando tutto quello che gli alumni stessi stanno facendo all’estero, quindi diffondendo, in inglese in particolare, ma anche in altre lingue, le professionalità esistenti e promuovendo i cammini professionali che all’estero vengono compiuti a partire da tutto quello che abbiamo ricevuto a Padova”.
03 Febbraio 2020