Dattilo Fabio
Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Alumnus of the Year 2018
Una carriera brillante e ricca di riconoscimenti quella di Fabio Dattilo, nominato lo scorso dicembre 2018 Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
L’excursus di Dattilo, nato nel 1956 a Lamezia Terme, conta una posizione come Comandante provinciale a Rovigo, Vicenza, Padova, Venezia e come Direttore dell’Istituto Superiore Antincendio di Roma, oltre che ruoli di dirigenza presso la Prevenzione Incendi e dei Servizi Tecnici del Ministero degli Interni.
Il suo intervento di coordinamento in missioni nazionali e internazionali l’ha visto presente assieme alla Protezione Civile all’Aquila, in Albania nel 1999, in Sri Lanka in occasione dello tsunami del 2005 e a New Orleans, a seguito degli uragani Rita e Katrina.
Ma facciamo un salto indietro nel tempo, spostandoci a Padova, città natale della madre, dove appena diciannovenne Dattilo si trasferisce per compiere gli studi in Ingegneria Civile ed Edile.
Unipd: in vantaggio rispetto agli altri atenei
“Facendo riferimento al mio ambito, il percorso universitario a Padova mi ha trasmesso la serietà nell’affrontare gli studi e il forte attaccamento al territorio. L’accademia infatti non deve mancare nel rispondere alle concrete esigenze del Paese, e questo l’Ateneo Patavino lo fa egregiamente, almeno per le discipline di mia competenza. L’Università di Padova mi ha messo in vantaggio rispetto agli studenti di altre università: il programma di studi era ben calibrato rispetto a ciò che avrebbe richiesto il mondo del lavoro, soprattutto nel metodo insegnato, più che nella complessità delle materie. Teniamo conto che al mio tempo Padova era uno dei pochi atenei che elargiva lezioni suddivise per semestri, offrendo quindi la possibilità di fare pause durante l’anno, cosa non da poco e di aiuto nella gestione del tempo e degli impegni”.
Dattilo sorride ricordando di aver lavorato un periodo come cameriere alla mensa universitaria, in cambio di buoni pasto: “Era un altro tipo di società quella di allora: gli studenti di ingegneria venivano a lezione con le valigette squadrate, la cosiddetta ventiquattrore, e per ‘sopravvivere’ rammento di aver lavorato alla mensa universitaria Esu in via San Francesco. Padova offriva agli studenti anche questo tipo di opportunità”.
La leva e il concorso per diventare vigile del fuoco
Dattilo sottolinea l’importanza dell’esperienza di leva, svolta a Roma, prima di entrare nel Corpo dei Vigili del Fuoco nel 1984: “Il servizio militare mi ha consentito, avendo io fatto l’ufficiale di complemento, di potermi confrontare con molti altri laureati miei pari. È stato un momento di crescita, avendo fatto tesoro delle cose imparate a Padova in quel contesto ne ho imparate tante altre. Il vivere collegialmente ti insegna ad essere non solo ingegnere, che normalmente è una tipologia di vita, un modus vivendi, ma anche a confrontarti, a condividere, ricevendo stimoli importanti, che mi hanno permesso di inserirmi al meglio in una catena di comando, con un ruolo e delle responsabilità ben precise”.
Quando Dattilo partecipa al concorso per diventare Vigile del Fuoco non era a conoscenza della presenza di Ingegneri all’interno dello stesso, racconta: “Era un lavoro che non conoscevo e che mi ha appassionato in itinere, anzi, me ne sono innamorato. Non era quello che sognavo di fare sin da bambino [..] un errore infatti, a parer mio, è quello di pensare di avere una carriera già predestinata, mentre la vita ti riserva milioni di possibilità. L’ingegneria offre tantissime diverse applicazioni e uno studente nel suo percorso accademico sviluppa i “fondamentali”. L’errore è quello di studiare una materia e riporla nel cassetto, invece la cosa più bella è studiare una materia propedeutica a tutte le altre. Dal canto mio ricordo ad esempio la bocciatura all’esame di Fisica Tecnica, che riguarda la trasmissione del calore: un esame con cui ho avuto a che fare per tutta la vita dato il percorso intrapreso, che però mi è servito da stimolo per comprendere meglio la materia”.
L’importanza dei rapporti umani
“Ciò che all’inizio della mia carriera mi ha aiutato e che mi aiuta tutt’ora molto, è stato il rapporto col territorio, soprattutto il Veneto. In un clima pesante – racconta – come quello degli anni delle Brigate Rosse, trovarmi all’interno di un’organizzazione come quella dei Vigili del Fuoco, amati dalla gente, ha contribuito ad accrescere la passione per il mio mestiere. Ho avuto la fortuna di avere buoni maestri, dal lato tecnico e dal lato umano, che ancora di più hanno incrementato in me questo amore. Il territorio veneto mi ha dato molto perché si aspetta che lo Stato funzioni, ma allo stesso tempo si attiva da solo, si rimbocca le maniche. […] L’uomo a mio avviso ha la necessità di essere soddisfatto non solo a livello professionale e pratico, ma anche al medesimo grado, a livello sociale e umano. Ritengo infatti che i rapporti con le persone siano importantissimi: comprendere gli altri, aiutarli, aiuta noi stessi ad avere una visione d’insieme complessiva. Conoscere le persone che fanno parte di un’organizzazione con cui ci si relaziona è fondamentale per la buona riuscita delle varie operazioni, assieme alla valorizzazione e coltivazione del lato umano dei rapporti; questo ti aiuta a meglio comprendere alcune scelte, e a lavorare in un ambiente più sereno”.
25 Febbraio 2019