Garbin Eleonora
Persona Qualificata Sapio Srl | Aprile 2018
Dottorato di ricerca in Scienze Molecolari
È una carriera brillante e per niente scontata quella intrapresa da Eleonora Garbin: dopo la laurea triennale e specialistica in Chimica all’Università di Padova, entrambe con 110 e lode, continua per tre anni il suo percorso di studi con il dottorato di ricerca in Scienze Molecolari. Da lì la svolta: un’esperienza di lavoro all’interno di un’azienda produttrice di gas medicinali, alimentari e tecnici che le fa conoscere un mondo nuovo e la porta a scoprire il ruolo di Persona Qualificata. «Ad essere sincera – sorride – quando mi sono laureata e ho finito il dottorato, non sapevo dell’esistenza di questo profilo». La funzione di Persona Qualificata, definita da un decreto legge, è quella di garantire il processo di produzione, il controllo qualità e il rispetto delle norme di produzione di un farmaco in un’officina farmaceutica prima che venga immesso nel mercato. «Per avere l’abilitazione a ricoprire questo ruolo – continua Eleonora – a suo tempo ho dovuto fare degli esami aggiuntivi di farmacia e CTF. Se ci ripenso, mai mi sarei immaginata di fare questo lavoro, ma soprattutto, mai avrei pensato di lavorare nel mondo dei gas, un campo di studio poco preso in considerazione nei nostri corsi di laurea, nonostante siano sostanze utilizzate in tantissimi settori. Diciamo che è stato un caso ma anche un amore a prima vista, per quanto concerne l’attività di compliance regolatoria dei processi e delle produzioni».
Il dottorato di ricerca come esperienza di vita
Se oggi Eleonora è arrivata dov’è, lo deve soprattutto al dottorato di ricerca, come lei stessa ci racconta: «Una tappa importante della mia vita è stata sicuramente il dottorato di ricerca in Scienze Molecolari incentrato su una tematica molto specifica e non legata a quello che ora sto facendo. Devo dire che è stata un’esperienza che mi ha insegnato molto: ho imparato a lavorare in autonomia, a gestire un percorso sviluppato su più anni e con delle scadenze, a portare dei risultati e a saperli “difendere” di fronte a una commissione di esperti. Tutto questo mi è stato molto utile per il lavoro che oggi svolgo, perché sono molto consapevole delle mie capacità e di quello che faccio, soprattutto quando ho a che fare con la valutazione di rischi e norme da rispettare».
Gli anni a Padova, i mesi a Berlino e il primo lavoro
Eleonora è una ragazza concreta, che ama collaborare con gli altri per raggiungere i risultati. Una forma mentis forgiata anche dagli anni universitari passati a Padova e il dottorato a Berlino: «Ho dei bellissimi ricordi della facoltà di Chimica a Padova, tra questi le giornate passate tra le lezioni e i laboratori, il lavoro di squadra con i compagni di corso per riuscire a capire e fare sempre del nostro meglio. È stato sicuramente un ambiente stimolante, sia per il confronto con i professori che tra noi studenti». Anche l’esperienza all’estero è stata fondamentale: «Durante il dottorato, sono andata per sei mesi alla Humboldt University di Berlino per effettuare delle misure che erano possibili solo con la strumentazione presente in quel laboratorio. È stato un periodo utile e formativo, perché mi ha permesso di acquisire competenze tecniche, ma anche di confrontarmi con persone e ambienti diversi». Di sicuro i valori che l’Università di Padova ha trasmesso a Eleonora nel ruolo che oggi svolge sono la responsabilità, l’accuratezza e la capacità di lavorare in gruppo. Perché come dice lei: «Preferisco dedicare del tempo a creare consapevolezza nelle persone che lavorano con me, piuttosto di sorvegliare tutti in modo rigido».
Il segreto è avere una mente flessibile
Qual è il segreto della carriera di Eleonora? «Se dovessi dare dei consigli a un giovane laureato che desidera costruirsi un profilo professionale, gli direi prima di tutto di non essere troppo rigido quando ci sono delle opportunità da valutare. Bisogna sempre cercare di studiare le possibili evoluzioni del proprio percorso. Ho iniziato in un’azienda produttrice di gas molto più piccola di quella in cui lavoro ora, che però mi ha permesso di conoscere il loro processo lavorativo a 360°, quindi di occuparmi della logistica fino a seguire tutto l’iter dei medicinali. Quella è stato una tappa fondamentale della mia carriera, un passo per un percorso diverso che mi ha portata a ricoprire la posizione in cui sono oggi. Se avessi escluso tutto questo solo perché non è un lavoro da chimico, probabilmente non starei facendo quello che faccio ora. Bisogna essere flessibili e con un progetto in testa, ma anche perseverare e dimostrare sempre le proprie potenzialità».
12 Aprile 2018