Gomiero Lucio
Managing Director of Hazelnut Business Company at Ferrero International SA | Luglio 2016
Laurea in Ingegneria Elettronica
L’Università di Padova, in particolar modo la facoltà di ingegneria, mi ha trasmesso molto rigore prima nello studio e poi nella professione. Ricordo professori come Marchesini, Bresquar, Romanin Jacur, Cariolaro, Mariani, Lepschy. Fra le aule dell’Ateneo ho acquisito la capacità di essere “flessibile”: ero iscritto a ingegneria elettronica, ma ero interessato all’economia aziendale. Ingegneria gestionale allora non c’era a Padova. Qui però i piani di studio flessibili erano nettamente migliori e più coerenti con le “tematiche gestionali” delle 2-3 Università italiane che allora avevano già aggiunto la nuova facoltà nel palinsesto, per questo continuai i miei studi a Padova.
Sono tanti i ricordi che mi legano a quel periodo, come ad esempio le corse in bicicletta fra via Savonarola e il Portello: con molti semafori, diciamo, gialli. Ricordo con piacere anche l’interazione fra l’Università e il collegio di merito Don Mazza che mi ospitava. Si era creato un ambiente di apprendimento e di esperienza continua. Le lezioni, un trimestre a Brighton, le prime sessioni di informatica all’aula Taliercio (il primo anno senza le schede perforate, e Padova era stata davvero anticipatrice), i tornei del Bo. Non tutto era facile, incluso la conquista del posto per assistere alle lezioni, ma era un contesto formativo e di grande interattività fra persone.
Così è partita anche la mia corsa nel mondo del lavoro. La tesi di laurea è stata la prima occasione per cambiare un po’ le regole del gioco ed il primo passo importante della mia carriera: ho trovato un tema innovativo legato al mondo dei database, un’azienda a Milano (anzi un progetto congiunto fra Magneti Marelli e Digital Corporation), un contratto. All’Università ho riscontrato subito interesse, disponibilità e aiuto dal professore che avevo poi contattato per combinare tesi e lavoro. Un secondo passaggio, direi coraggioso, è stato lasciare, in un anno di crisi economica (il 1993), uno dei grandi Gruppi assicurativi per un MBA. Da qui sono entrato nella consulenza di direzione internazionale, davvero un mondo unico in cui allargare competenze ed esperienze professionali, in più settori e funzioni. Dopo quasi 10 anni, il ritorno in azienda è coinciso con l’incarico di CEO in una azienda familiare, un retailer italiano, per un passaggio generazionale. Questo fu per me un cambiamento che segnò un pieno coinvolgimento nel business delle aziende familiari, alcune in Veneto.
Di fatto ho potuto sviluppare le mie esperienze alternando la consulenza di direzione in società internazionali (Roland Berger, Arthur D. Little) e la gestione manageriale delle aziende, soprattutto quelle familiari. Dopo moltissimi anni di pendolarismo settimanale fra Treviso e Milano, toccando Lisbona, Monaco, Shanghai e Roma, ho scelto di lasciare l’Italia. Ormai da 8 anni vivo in Lussemburgo con la mia famiglia, lavorando per la capogruppo operativa del Gruppo Ferrero. Ho condotto progetti in tantissimi paesi e su diversi ambiti di sviluppo, ma soprattutto ho avuto la fortuna di essere vicino (nei suoi ultimi 7 anni) a un imprenditore che ha fatto la storia, Michele Ferrero.
Nella mia più recente e del tutto nuova esperienza professionale nel mondo delle materie prime e della filiera integrata delle nocciole – nata con le prime due acquisizioni di Ferrero in Turchia e Italia – ho avuto il piacere di collaborare con alcuni professori di Agraria di Padova, nell’ambito del farming, anche in paesi remoti come Sud Africa e Australia. Mi ha fatto molto piacere nel 2015 lanciare un premio internazionale per una ricerca, dove oltre 40 Università hanno risposto con un progetto: la cerimonia di premiazione si è svolta poi in Expo a Milano. Credo molto nella crescente interazione fra imprese e Università e ho grande apprezzamento per i professori che operano in questa direzione.
Ho sempre mantenuto contatti con il mondo universitario durante la mia attività professionale, attraverso testimonianze, lezioni e anche, per due anni, come docente di un corso a Economia. Forse proprio con Padova l’interazione è stata minore, per questo la nascita dell’Associazione mi offre la possibilità di recuperare.
Sono stato a Padova di recente, dopo tanto tempo, per la consegna dei premi “Mimprendo” a giovani laureandi/laureati. Confesso che è sempre un’emozione entrare nelle sale patavine.
Per quanto riguarda la vita dell’Associazione, desidero mettere a disposizione qualche esperienza e il mio tempo soprattutto per essere di aiuto ai giovani che devono scegliere, orientarsi, avere spunti diversi. Questo è uno degli ambiti di iniziativa più importanti dell’Associazione, cui auguro ogni successo.
Credo, inoltre, che l’Associazione possa portare o ricreare utili contatti personali e professionali a diversi livelli, come ben riassunto nella sua articolata “mission”. Penso soprattutto che possa dare all’Università un’arma forte di marketing, di rafforzamento del brand, in un panorama internazionale in cui saranno sempre più i territori a competere. E i migliori portavoce sono coloro che il territorio lo hanno vissuto. Oso una metafora attingendo dal settore vitivinicolo: noi laureati siamo il vino che viaggia nel mondo ed ha un’anima anche economica-sociale, l’Università è il “terroir” dove i vitigni tipici crescono e creano l’identità dei futuri vini.
01 Luglio 2016