Raccontare il territorio: un premio per la bellezza di Padova e provincia

11 Luglio 2019 Associazione Alumni_admin Categories news, Senza categoria

Passeggiare tra le vie di Padova fa percepire subito al visitatore quanto questa città sia ricca di storia, intrisa d’arte e cultura, come d’altronde la maggior parte delle città italiane: non per questo, si sa, viviamo nel cosiddetto Bel Paese, meta gettonatissima anche per il turismo culturale e artistico.

Padova, e con essa tutto il territorio afferente alla provincia, ben si destreggia nel confronto con la vicina e maestosa Venezia, offrendo itinerari e luoghi d’interesse storico-artistico interessanti e non banali. Se da un lato è difficile non citare la Basilica del Santo o l’arcinota Cappella dell’Arena, conosciuta ai più come Cappella degli Scrovegni, affrescata da Giotto nei primi anni del ‘300, dall’altra scopriamo una grande varietà di altre cosiddette “bellezze”, meno conosciute e imperanti, i cui autori sono però noti sia a livello nazionale che internazionale.

Risulta forse un po’ complicato scovare questi scenari paralleli, il più delle volte nascosti dai grandi “classici” del padovano. Con l’evento “Padova e il suo territorio: prospettive di valorizzazione“, lo scorso 27 giugno 2019, il pubblico ha avuto l’opportunità di scoprire dettagli e ricerche storico-artistiche ed archeologiche particolari e insolite della nostra città.

Nella cornice di Sala delle Edicole dello storico Palazzo Capitanio, L’Associazione Padova e il suo Territorio, in collaborazione con l’Associazione Alumni ha proposto un incontro dalla duplice veste: cerimonia di consegna del premio di laurea dedicato ad Angelo Ferro, e appuntamento di condivisione per scoprire assieme i tesori nascosti e i possibili scenari di valorizzazione delle bellezze del territorio padovano.

Il Premio “Angelo Ferro” per la cultura padovana bandito dalla Rivista “Padova e il suo territorio” è istituito su iniziativa di Sergia Jessi Ferro in onore della memoria del marito, promotore della rivista, mancato nel 2016. Il riconoscimento è riservato a laureati magistrali presso l’Università degli Studi di Padova, che abbiano elaborato una tesi di alto profilo riguardante la storia, l’arte e la cultura legate alla città di Padova e al territorio della sua provincia.

La decorazione degli organi a Padova in epoca rinascimentale: riscoprire dettagli nascosti

Dopo i saluti istituzionali del dott. Antonio Cortellazzo, Presidente dell’Associazione Padova e il suo Territorio, di Cristina Felicioni, Direttore dell’Associazione Alumni dell’Università di Padova e di Sergia Jessi Ferro, promotrice del premio, viene nominata la vincitrice, introdotta dalle motivazioni della giuria esaminatrice, nella persona dell’avvocato Anna Soatto: è Valentina Brugnolo la prima classificata, con una tesi di laurea magistrale in Storia dell’Arte sulla decorazione degli organi a Padova tra quindicesimo e sedicesimo secolo. Spiega Brugnolo:

Questo ricerca nasce con l’obiettivo di individuare, raccogliere e tramandare le testimonianze iconografiche e documentarie che attestano la familiarità della tipologia dell’organo dipinto nelle chiese patavine […] il mio studio si colloca in relazione a un generale risveglio d’interesse multidisciplinare per la storia e la conservazione degli organi antichi e del loro apparato decorativo.

Nella sua tesi Brugnolo identifica undici chiese padovane o del padovano già in possesso di ante d’organo dipinte – la basilica del Santo,  San Michele, Santa Giustina, San Giovanni di Verdara, Santa Maria della Misericordia, Santa Maria di Praglia, Santa Maria del Carmine, San Benedetto Vecchio, Sant’Agostino, Cattedrale – tutte eseguite da valenti pittori come Lazzaro Bastiani, Girolamo Romanino, Giambattista Zelotti,  Domenico Campagnola, Francesco Zanella. Con il suo elaborato la vincitrice mette in risalto un importante aspetto della storia dell’arte e della musica a Padova dal XV al XVIII secolo, costituito dalle  grandi ante dipinte  poste a chiusura degli organi durante il  silenzio dello strumento e aperte nel corso dell’esecuzione. Parte integrante dell’arredo liturgico delle maggiori chiese e realizzata da  valenti pittori, tale  produzione, in gran parte distrutta o dispersa in collezioni pubbliche e private per la sostituzione degli strumenti o per le requisizioni  ottocentesche, viene qui per la prima volta ricostruita nel suo insieme con una ricerca che brillantemente contribuisce al riconoscimento e alla valorizzazione di un settore del patrimonio artistico padovano particolarmente significativo.

Prospettive di Valorizzazione

L’incontro prosegue con le parole dell’Alumna Martina Contin, tour operator presso l’agenzia Nextour, che propone la sua testimonianza personale e professionale, relativamente alle risposte e proposte turistiche della città di Padova, in relazione alle offerte di itinerari di carattere storico-artistico:

Nel mio quotidiano organizzo visite e tour sia nazionali che internazionali e rispetto alla proposta turistica padovana, intesa come riscoperta della nostra città, ho potuto notare con piacere quanto gli stessi padovani mostrino il desiderio di conoscere di più i monumenti e la storia di questa città. Un interesse che va oltre i classici itinerari, e che sta spingendo il mio team a confezionare offerte turistiche mirate ad una riscoperta e valorizzazione dei gioielli più “insoliti” di Padova. A questo proposito la necessità di un allineamento con la ricerca artistica teorica svolta, come in questo caso, anche tramite le tesi proposte oggi con il premio “Angelo Ferro”, risulta una possibilità quanto mai importante e da sfruttare a pieno.

Moderato dalla prof.ssa Giordana Mariani Canova, docente emerito dell’Università di Padova, continua l’incontro con altre due testimonianze di tesi segnalate dalla giuria come meritevoli, concorse a questa prima edizione del Premio “Angelo Ferro”.

E’ la volta di Giulio Pietrobelli, attualmente dottorando in Storia dell’Arte a Padova e laureato magistrale con la tesi: “La ricezione dell’antico a Padova nel primo Cinquecento: l’Odeo Cornaro”

Pietrobelli ha accompagnato il pubblico alla scoperta delle meravigliose decorazioni dell’Odeo di via Cesarotti, antico complesso di edifici e giardini, tra le massime testimonianze del rinascimento padovano volute dal teorico e mecenate Alvise Cornaro.

Ritrovo privilegiato dei più illustri protagonisti della vita intellettuale cittadina, il lavoro di Pietrobelli propone un approfondimento sulle sue decorazioni, sui dipinti e gli stucchi:

L’Odeo è stato il primo edificio padovano decorato a pittura e stucchi; un esempio di modernissima cultura aggiornato sulle ultime esperienze della pittura a Roma e in Italia nella cerchia raffaellesca, è segno di un gusto per la rievocazione dell’antico.  Mi sono concentrato innanzitutto sulla ricerca dei modelli iconografici di riferimento, così da comprendere le scelte decorative e le modalità di approccio all’antico.

Spostandosi di pochi metri, ecco che ritroviamo la Basilica del Santo, ma questa volta l’attenzione non si posa sulle sculture del grande Donatello, ma su qualcosa di molto più inusuale: le cancellate bronzee della Basilica.

Tema della tesi magistrale di Sofia Stefani, laureata al corso di Storia dell’Arte, è infatti un’indagine sulle cancellate in ferro battuto eseguite per chiudere le cappelle radiali del coro della Basilica del Santo. La ricerca di Stefani si pone nel contesto della ristrutturazione della chiesa, avviata in occasione delle celebrazioni  per il VII centenario della nascita di Sant’Antonio (1895) e mette in luce come una prima serie venisse realizzata a partire dal 1899, su disegno dell’architetto Camillo Boito per opera del celebre fabbro milanese Alessandro Mazzucotelli. Tali cancelli si dimostrarono tuttavia troppo alti e rigidi, impedendo la buona visione delle pitture delle cappelle, venendo pertanto sostituiti e riutilizzati in varie parti del complesso conventuale dove sono stati in questa occasione rintracciati.  La serie tuttora in loco venne realizzata in elegantissimo ‘stile floreale’dal fabbro udinese Alberto Calligaris nel 1924-25.

Altre tesi segnalate come meritevoli dalla Commissione Giudicatrice quelle di Erika Cardinale, Luca Caloi e Giulia Roat.

Quella di Erika Cardinale, laureata magistrale in Storia dell’Arte, è una ricerca dal titolo: “L’Isaias Explicatus (ms 1463) della Biblioteca Universitaria di Padova: testo e immagine in un manoscritto veneziano di inizio Trecento” e offre un approfondimento sull’inedito manoscritto della Biblioteca Universitaria di Padova, proveniente dalla biblioteca degli Eremitani, sopravvissuto alle soppressioni napoleoniche.

Luca Caloi, laureato magistrale in Scienze Archeologiche, con la sua ricerca “Il paesaggio storico dei comuni di Torreglia, Galzignano e Battaglia Terme”  ha approfondito l’evoluzione paesaggistica di Torreglia, Galzignano e Battaglia Terme, indagando la cartografia storica, i dati ambientali e geomorfologici, le fotografie aeree e le immagini satellitari, con un approccio multidisciplinare che ha portato Caloi ad evidenziare le varie trasformazioni e modifiche territoriali di queste città della provincia di Padova, riflesso di volontà e interessi di sfruttamento territoriale.

La tesi di Giulia Roat invece, anch’ella laureata magistrale in Scienze Archeologiche con l’elaborato dal titolo: “Arquà Petrarca (PD) analisi delle architetture residenziali dell’urbanistica del borgo e dei restauri”  ha evidenziato i caratteri geomorfologici dell’area dove sorse l’abitato di Arquà, che si prestava, per la sua natura collinare, a favorire inizialmente (XII-XIII sec.) insediamenti isolati, per poi articolare più avanti (XIV-XV sec.) una vera struttura urbana sui diversi livelli di quota esistenti. L’analisi di Roat è strettamente legata  alla restituzione grafica degli alzati delle residenze storiche, su cui sono rilevate le stratigrafie che documentano la “storia” muraria di quella determinata struttura. Una stratrigrafia in divenire, che risulta ineludibile per qualsiasi ulteriore programmazione che intenda mettere mano al magistero murario antico.

In questo senso anche una tesi di laurea diventa un contributo concreto per dare una intelligente continuità a un talora necessario cambiamento.

 

Restate aggiornati sui nostri canali per scoprire la data d’uscita della seconda edizione del Premio “Angelo Ferro” per la cultura padovana.

Rassegna Stampa

Comunicato stampa

Il Gazzettino_26_06_2019

La Difesa del Popolo_23_06_2019

PadovaNet_20_06_2019

 

 

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