Ometto 19 Casale vince

L’innovazione digitale, dove non te l’aspetti…

25 Settembre 2019 Associazione Alumni_admin Categories news

Giovedì 19 settembre 2019 si è conclusa la prima edizione del Premio di Laurea “Luca Ometto”, con una cerimonia di consegna tutta all’insegna dell’innovazione digitale.

L’evento è stato molte cose: un momento per ricordare Luca Ometto, giovane imprenditore padovano precursore dell’e-commerce in Italia e mancato per glioblastoma a soli 41 anni; un’occasione per riflettere con ospiti d’eccellenza sui temi della digital disruption, nei più diversi ambiti; lo spazio di confronto fra i 3 finalisti che hanno valorizzato il tema dell’innovazione digitale con i propri lavori di tesi.

Ma andiamo con ordine.

Ad aprire la serata è stato il Magnifico Rettore, Rosario Rizzuto, ricordando il prematuramente scomparso Luca, orgogliosi di poter presentare la consegna di un Premio che possa valorizzare quei giovani con la stessa sensibilità di Luca per le trasformazioni in atto nella società; parole riprese in chiusura dal vicepresidente dell’Associazione Alumni, Gianni dal Pozzo, orgoglioso di aver potuto portare il sostegno organizzativo della propria Community all’istituzione del Premio.

Al ricordo si è unita poi la sorella di Luca e presidente dell’Associazione Luca Ometto ONLUS, Valentina Ometto, raccontando l’impegno della propria Associazione nella lotta contro il glioblastoma. Valentina ha poi augurato ai finalisti di perseguire la propria vision con la stessa passione e dedizione che hanno caratterizzato il fratello – talenti che l’Associazione ha scelto di supportare con l’istituzione del Premio stesso.

I finalisti

È stato Paolo Gubitta, Presidente della Commissione di Valutazione per il Premio, a introdurre i nomi e le storie degli Alumni finalisti, poi avvicendatisi sul palco per parlare alla platea del proprio lavoro.

Simona Casale, laureata in Psicologia Clinica, ha presentato l’impiego dei chatbot in psicologia. In un campo disciplinare dove la tecnologia è spesso adocchiata come un corpo estraneo, un ostacolo nella relazione terapeutica, Simona ha voluto progettare un chatbot (software di simulazione della conversazione umana) che potesse fare non tanto diagnosi o terapia, ma educazione sanitaria e orientamento alla cura in utenti con sintomi depressivi.

Il chatbot di Simona, che in uno scambio interattivo spiega agli utenti i meccanismi dei loro sintomi e li aiuta a distinguere fra cure efficaci e truffe, ha saputo infatti avvicinare efficacemente potenziali pazienti alla terapia, con una ricaduta positiva a livello personale, sociale ed economico.

Alvise De Biasio, laureato in Ingegneria Informatica, ha presentato invece una nuova soluzione per analizzare automaticamente i prodotti a scaffale e automatizzare i processi gestionali, facendo leva sulle tecnologie dell’image processing e del deep learning.

Il progetto ha permesso non solo di migliorare l’assetto produttivo e logistico dei punti vendita, ma anche di impiegare in maniera più efficiente le risorse umane (dedicandole ad attività a maggior valore aggiunto) e fornendo ai decision maker che informazioni certificate per promuovere strategie di vendita data-driven.

Riccardo Mocellin, laureato in Ingegneria Gestionale, ha approfondito il rapporto fra lean methodology (una filosofia aziendale di origine giapponese, volta a minimizzare gli sprechi e rendere più snelli i processi produttivi ed organizzativi interni) e industria 4.0 (l’integrazione e l’implementazione di tecnologie intelligenti per aumentare la produttività delle imprese).

Il lavoro di Mocellin ha saputo evidenziare come la digitalizzazione dell’azienda non sostituisca il suo efficientamento in ottica lean: gli sprechi pre-esistenti sui quali non si intervenga possono infatti essere a loro volta digitalizzati, con ricadute negative sulla produzione e i processi. Propone quindi un modello di cambiamento per step successivi, che integra virtuosamente  questi due aspetti di trasformazione complementari e sequenziali.

Cerimonia Ometto Finalisti

Da sinistra a destra, i tre finalisti al Premio Luca Ometto: Riccardo Mocellin, Simona Casale e Alvise de Biasio - Ph. Credits: Fabio Zagolin

La tavola rotonda: “Innovazione digitale che vai, valore che trovi”

Domenico Lanzilotta, Direttore del quotidiano Veneto Economia, apre così la tavola rotonda “Innovazione digitale che vai, valore che trovi”, per poter discutere di come la digitalizzazione e le nuove possibilità offerte dalla tecnologia hanno impattato sui più diversi settori produttivi e professionali, rappresentati da un ricco ventaglio di relatori.

Enrico Grando, Senior Director Manufacturing presso Vitec Imaging Solutions Spa, azienda attiva nel campo della fotografia e del broadcasting, ha evidenziato il valore che la propria organizzazione riserva per i temi trattati dai finalisti.

Da un lato, la filosofia lean che ha permesso di ridurre gli sprechi ed efficientare l’azienda, consentendo di mantenere la manodopera in Europa anziché delocalizzare in Paesi con un minor costo della forza lavoro. Dall’altro, l’importanza della psicologia nella gestione della digitalizzazione, che è fatta non solo di strumenti, ma di persone (i lavoratori) si interfacciano ed utilizzano gli strumenti forniti in dotazione.

Matteo Bertato parla in qualità di CTO di Webster Srl, azienda di editoria online fondata dallo stesso Luca Ometto, una realtà che, nonostante sia posizionata in un settore estremamente competitivo con operatori globali come Amazon, continua a presidiare un importante fetta del mercato. Anche grazie all’innovazione digitale: la profilazione dei clienti attraverso l’analisi dei dati di acquisto è la chiave per la conversione massiccia delle visite web degli utenti in acquisti.

Marco Briata, Responsabile Area Digital di Crédit Agricole Italia Spa, ha riconosciuto il ruolo innovativo della digitalizzazione non tanto nell’home banking quanto nel processo di acquisizione e mantenimento del cliente. E, d’altra parte, evidenzia come le realtà bancarie full digital tendono a fallire per la scarsa importanza che la relazione con il cliente viene ad avere: per quanto gli strumenti digitali siano di aiuto, le persone che si rivolgono a una banca per risolvere un qualche tipo di problema (dall’aprire un mutuo al chiedere un prestito) hanno bisogno di una relazione umana.

Da sinistra a destra: Domenico Lanzilotta, moderatore e direttore di Veneto Economia; e i relatori Cecilia Treccalli, Niccolò Stamboglis, Enrico Grando, Marco Briata e Matteo Bertato  - Ph. Credits: Fabio Zagolin

Niccolò Stamboglis, Data Scientist presso Infocamere Scpa, ha messo in luce il ruolo della propria azienda nello scoprire le potenzialità latenti delle aziende appartenenti al sistema camerale: è proprio ripulendo, organizzando e analizzando i dati amministrativi delle aziende a sistema che si vengono a individuare realtà con le carte in regola per fare un salto di qualità, con l’opportuna consulenza e gli strumenti adatti. Così, infatti, Stamboglis descrive il mestiere di data scientist: la specializzazione nel rendere una quantità enorme di dati in informazione comunicabile – traducibile in utilità.

Cecilia Treccalli, psicologa e psicoterapeuta, concorda con l’importanza che ha la psicologia nell’accompagnare i lavoratori nella transizione digitale di un’azienda, sottolineando come solo alcune categorie di persone sono a rischio di reagire in maniera poco salutare all’interazione costante con lo strumento digitale. Nessuna necessità di demonizzare la tecnologia come nemica della salute psicologica quindi. Inoltre, sottolinea, proprio nell’ambito della cura del disagio psicologico gli strumenti digitali – come per esempio i chatbot – stanno avvicinando sempre più persone ai servizi.

La vincitrice

Tra i progetti finalisti, la Commissione ha deciso di premiare il lavoro di Simona Casale:

“Per la capacità di generare rilevanti benefici effetti sulla società attuale, promuovendo logiche inclusive. Propone un’applicazione moderna e originale delle tecnologie digitali in ambiti professionali ad elevato contenuto relazionale, con l’obiettivo di potenziare il lavoro delle persone anziché sostituirlo. Adotta un approccio prudente per portare la trasformazione digitale in ambiti non ancora adeguatamente esplorati”

Cerimonia Ometto Casale Vincitrice

Una scelta, insomma, che ha voluto premiare la sintesi fra vantaggio sociale ed economico, innovazione e prudenza, ambiti disciplinari tradizionalmente percepiti “distanti”. Scelta che ha sorpreso la stessa Simona, e – ha ammesso – le dato la motivazione per continuare a credere e dedicare tempo e passione in un progetto complesso e difficile, come l’innovazione digitale in psicologia.

“Il mio obiettivo?”, risponde Simona alle domane che le vengono fatte dalla Commissione, “andare all’estero e continuare a studiare le applicazioni dell’intelligenza artificiale in questo campo ancora poco considerato, la psicologia, ma pieno di potenzialità”.

Non possiamo che augurarti il meglio!

Per saperne di più…

Vuoi approfondire i lavori di tesi dei finalisti? Scarica le slide delle loro presentazioni:

Rassegna stampa

 

Ph. Credits: Fabio Zagolin
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