Verso una professione sempre più paritaria: le ingegnere vincitrici del Premio Elvira Poli
Venerdì 9 luglio 2021 l’Associazione Alumni dell’Università di Padova, d’intesa con la Scuola d’Ingegneria, ha conferito il Premio Alumni Awards intitolato ad Elvira Poli, in onore della prima Alumna di Ingegneria dell’Ateneo.
Uno dei riconoscimenti che Associazione Alumni assegna annualmente ai migliori laureati magistrali di Unipd (Graduate Alumni Awards) e ai due più illustri Alumni distintisi per particolari meriti (Alumni of the Year Awards), apre ora le porte anche al mondo STEM, premiando le migliori laureate in ingegneria dell’anno, che si sono distinte per la loro attenzione alle tematiche sociali e di parità di genere.
“Il futuro è qui: sono le nostre ingegnere – afferma, in apertura all’evento, la prof.ssa Annalisa Oboe, Prorettrice alle relazioni culturali, sociali e di genere dell’Università di Padova e Direttrice del Centro di Ateneo Elena Cornaro – A me sembra che questo sia davvero il momento delle ingegnere. Non solo perché più numerose e visibili, ma anche perché il mondo delle nuove tecnologie, nell’ambito della ricerca e della sperimentazione, ha bisogno sempre di più di aprirsi alla diversità di approcci, punti di vista, sensibilità, per rinnovarsi ed essere all’altezza delle sfide di un futuro che richiede la competenza di tutte e di tutti”.
E in vista di questo stesso futuro, il prof. Franco Bonollo, introducendo le motivazioni che hanno portato la commissione giudicatrice a decretare le vincitrici, illustra le prospettive di un progetto “Ingegneria 2040” che ha l’ambizione, nei prossimi 20 anni, di ridurre ulteriormente il gender gap che tutt’oggi caratterizza l’ambito ingegneristico, a partire dalla carriera scolastica e accademica fino agli sviluppi professionali, per delineare nuovi contorni di una professione ingegneristica inclusiva, multidisciplinare e multidimensionale.
Le quattro alumnae che hanno ricevuto il premio ne sono un virtuoso esempio, testimoni di questo nuovo approccio all’ambito ingegneristico.
Le vincitrici dell’edizione 2021 (usa le frecce per cambiare diapositiva)
Francesca Anastasia si è laureata presso l’Università di Padova, Dipartimento ICEA, in Environmental Engineering. Dopo aver integrato il proprio percorso educativo con scuole di specializzazione e master nel settore specifico della gestione e trattamento delle acque in situazioni di emergenza, ha poi sviluppato un percorso professionale completamente dedicato alla responsabilità sociale.
La Commissione ha profondamente apprezzato la capacità di Francesca Anastasia di tradurre le competenze acquisite nel settore dell’ingegneria ambientale in strumenti adatti a favorire la cooperazione internazionale con particolare attenzione ai rifugiati, a promuovere un'efficace gestione degli aiuti e a garantire il mantenimento dei minimi standard umanitari attraverso l'implementazione di efficaci sistemi di distribuzione, trattamento e gestione delle risorse idriche.
"Lavorando tra Libano, Siria e Burundi, l’essere una donna ingegnere ha sempre suscitato, inizialmente, stupore e curiosità nelle persone con cui ho lavorato, poiché la mentalità e la preparazione tecnica permettono indubbiamente di svolgere il proprio lavoro con precisione ed affidabilità – come se fosse un marchio di garanzia. Ho imparato, però, che questo non è sufficiente: per guadagnarsi il rispetto incondizionato è necessario essere empatici e saper ascoltare, per poter creare e coltivare relazioni umane fondamentali nel lavoro di squadra, abbattendo le barriere culturali esistenti."
Valeria Bertacco si è laureata con lode presso l’Università di Padova, Dipartimento DEI, in Ingegneria Informatica, per poi conseguire Master e Dottorato di Ricerca presso la Stanford University. È attualmente Vice Provost for Engaged Learning e Arthur F. Thurnau Professor presso l’University of Michigan e dirige il Centro Applications Driving Architectures (che raggruppa docenti di nove differenti istituzioni accademiche e oltre 130 laureati). È inoltre Professoressa aggiunta presso l’Addis Ababa Institute of Technology (Etiopia).
La Commissione ha fortemente apprezzato la capacità di Valeria Bertacco di esprimere e di rappresentare congiuntamente l’eccellenza in campo accademico con l’attenzione alle tematiche sociali e di parità di genere, sviluppando molteplici esperienze caratterizzate da continuità, costanza e alto livello di innovazione.
"L'ingegneria è una disciplina basata sull'inventiva e la creatività di chi la pratica. Senza la piena partecipazione di tutti i tipi di individui, inclusa una partecipazione importante di donne, non potrà mai raggiungere il suo pieno potenziale, ed avere la diversità di idee e soluzioni che solo un ambito ricco di diverse esperienze e storie individuali può raggiungere."
Elena Dal Martello si è laureata presso l’Università di Padova, sede di Vicenza, Dipartimento DTG, in Ingegneria Gestionale; ha successivamente conseguito il Dottorato in Materials Technology presso la Trondheim University (NTNU) e l’University of New South Wales (UNSW). Nel corso della sua carriera ha focalizzato il proprio interesse sulle tematiche della sostenibilità ambientale. Le numerose esperienze di studio e di lavoro all’estero, in Austria, Norvegia, Australia e Germania le hanno consentito di sviluppare un approccio multi-culturale per i diversi ruoli ricoperti: ricercatrice, ingegnere di progetto, specialista prodotto, key project manager, business developer e responsabile commerciale.
La Commissione ha espresso un vivo compiacimento per la capacità di Elena Dal Martello di affrontare percorsi professionali internazionali, nei quali ha valorizzato le competenze acquisite in sede accademica, conquistando sul campo stima, apprezzamento e risultati di qualità.
A tutte voi giovani Donne che state intraprendendo una laurea in Ingegneria vorrei dire questo: “Credi in te stessa, impegnati con passione e umiltà, riconosci i tuoi valori etici e le tue radici. L’istruzione, la conoscenza sul campo e l’ascolto empatico sono armi vincenti per essere rispettata come donna e per creare un rapporto di fiducia. Rimani radicata ai tuoi principi e ricordati qual è il contributo di valore aggiunto che puoi dare a questa società. Tutto questo ti aiuterà quando, durante il tuo viaggio coraggioso, ti sentirai smarrita, sola e in attesa. Ricordati che alcune scelte di vita possono essere fatte solo col cuore, abbi il coraggio di seguirlo e sii resiliente nella tua scelta”
Carla Falchi ha conseguito la Laurea in Ingegneria Elettrica presso l’Università degli Studi di Padova, Dipartimento DII per poi articolare la sua esperienza professionale all’interno del Gruppo Enel, ottenendo fin dai primi anni importanti riconoscimenti delle proprie capacità tecniche e gestionali grazie alle quali è stata chiamata ad assumere ruoli di sempre maggior responsabilità all'interno del ramo operativo dell'azienda. Ha ottenuto la Dirigenza nel 2015 ed attualmente riveste il ruolo di Responsabile per la Zona di Padova-Rovigo della Divisione Infrastrutture e Reti di E-distribuzione SpA.
La Commissione ha unanimemente riconosciuto in Carla Falchi la capacità di sviluppare un percorso professionale di altissimo livello, affermando con naturalezza e autorevolezza la parità di genere in un ambito complesso e in un settore di rilevanza strategica.
Ho vissuto l’essere ingegnere donna o come preferisco definirmi, ingegnera, in maniera diversa a seconda degli ambiti in cui mi muovevo od operavo. In azienda, salvo casi rarissimi, non mi è mai accaduto che l’essere Ingegnera fosse motivo di discriminazione, anzi la diversità di genere è sempre stato un valore fondamentale e distintivo in E-Distribuzione ma anche nel gruppo Enel. Sono infatti molteplici le iniziative aziendali volte a costruire e poi consolidare managerialità al femminile. È ciò che vivo fuori dall’Azienda che ancora oggi mi costringe a combattere perché il mio ruolo venga riconosciuto, tanto che all’ennesimo “Buongiorno Signora Carla” ormai rispondo con il sorriso dicendo al mio interlocutore: “Oltre ad essere donna e bionda ho un terzo enorme difetto: sono Ingegnere!”. Io uso spesso le armi dell’ironia e del sorriso perché le ritengo le migliori per produrre cambiamento.