“Il punto non è l’aggancio aziendale, né le conoscenze teoriche; il punto è fare un’esperienza formativa a livello personale e professionale”. Intervista a Federica Attico e Luca Vergolani, team di Innovation eXperience 2021
Federica Attico e Luca Vergolani sono due partecipanti all’Innovation eXperience 2021, un innovativo servizio di consulenza per le aziende promosso da Job Campus e realizzato mediante la contaminazione delle imprese con giovani talenti universitari, selezionati e formati attraverso un percorso formativo extracurricolare d’eccellenza.
Facilitati da consulenti ed esperti in metodologie dell’innovazione, gli studenti e i neolaureati che prendono parte all’iniziativa lavorano in team per implementare soluzioni di valore e restituire alle aziende risultati concreti, immediatamente spendibili.
Il progetto prevede il co-living, ovvero la residenzialità dei e delle partecipanti che si trovano a condividere nel corso dei mesi non solo il lavoro di gruppo ma anche lo stesso tetto, ospitati nel vivace e stimolante ambiente di Job Campus, Smart Hub del Collegio di Merito “Don Nicola Mazza”.
Federica, Alumna di Medicina e Chirurgia e Luca, studente di Ingegneria dell’Informazione, che hanno partecipato al progetto con il terzo membro della squadra, Mattia Casaletto, Alumno e neolaureato in filosofia, si sono raccontati ai nostri microfoni.
Buongiorno a voi! Comincerei chiedendovi qualcosa di voi e cosa vi ha portato a intraprendere il percorso di Innovation Experience (IE).
“Io sono di Udine, e studio ingegneria dell’informazione, terzo anno triennale – esordisce Luca – Ho intrapreso questo percorso perché sentivo il bisogno di concretizzare quanto appreso in aula e confrontarmi più da vicino con quel mondo del lavoro che ci aspetta una volta usciti da qui! Conoscevo Innovation eXperience da diversi anni e, finalmente, l’anno scorso sono riuscito a trovare del tempo da dedicare a questo progetto di formazione extrauniversitaria”.
“Io vengo della provincia di Bari, mi sono trasferita a Padova per studiare medicina – continua Federica –, in cui mi sono laureata da poco, a dicembre. Ho scoperto Job Campus usufruendo dell’ospitalità della residenza e, dopo una breve esperienza all’estero, ho deciso di rimanere in contatto con questa realtà vivace e stimolante, scoprendo così l’opportunità dell’Innovation eXperience.
Sono una persona curiosa, a cui piace spaziare e informarsi su campi che non siano esclusivamente quelli della mia carriera universitaria. Specialmente a Medicina, la formazione è molto tecnica e settoriale e il lavoro è quasi sempre individuale: sentivo la necessità di ampliare i miei orizzonti e di cimentarmi in contesti in cui fosse necessario confrontarsi con punti di vista differenti dal mio”.
Veniamo al vostro progetto: in cosa consiste e come si è sviluppato?
“Tutto è partito dalla sfida di Med Health Technologies – esordisce Luca – Un’impresa B2B che si occupa di tecnologia modulare prefabbricata destinata al settore sanitario, in pratica edilizia ospedaliera. L’azienda, in seguito alla recente pandemia, è cresciuta moltissimo e si è trovata a gestire un pubblico e un volume di affari molto più ampi, ponendosi il problema di come posizionare in modo ottimale il proprio prodotto su un mercato in continua espansione. Il nostro obiettivo era trovare criticità all’interno della strategia di marketing per efficientare la comunicazione e la vendita.
Il primo passo è stato quello di svolgere un’attività di problem framing per individuare gli aspetti salienti dell’azienda, del mercato e del prodotto. Seguiti da tutor esperti di marketing e Design Thinking, abbiamo esplorato con l’azienda le specifiche tecniche e le caratteristiche della tecnologia modulare individuando due fattori capaci di dare vantaggio competitivo al prodotto: da un lato la tecnologia in uso, che porta a una migliore qualità e durevolezza, dall’altro gli elementi di servitization, per cui si abbandona la semplice fornitura di moduli in favore di una progettazione su misura per il cliente.
“Il passo successivo – continua Federica – è stato quello di effettuare una stakeholder analysis, mappando tutti i portatori di interesse che gravitano attorno all’azienda e al suo prodotto; questi sono stati intervistati per valutare l’allineamento della nuova strategia comunicativa e dei suoi punti di forza con le percezioni e i bisogni di clienti e aventi causa.
Da lì, è seguita una parte di formulazione del piano d’azione, da un lato impostando la partecipazione a diversi bandi per ottenere fondi per l’innovazione tecnologica – che abbiamo concluso essere un punto cruciale della loro strategia, al di là degli aspetti strettamente comunicativi – e, dall’altro, impostando alcuni elementi che esulavano dalla sfida iniziale, legati a un rebranding dell’impresa”.
Come uscite da questa esperienza? Come ne esce l’azienda con cui avete avuto modo di collaborare?
“Al momento della restituzione, l’azienda è rimasta stupita dal livello di qualità ed elaborazione che siamo riusciti a raggiungere nel processo – risponde Federica – questo feedback è stato per noi estremamente soddisfacente, perché abbiamo toccato con mano la qualità del nostro lavoro e le potenzialità che un simile percorso può avere, per noi e per le aziende partner.
Il processo di consulenza ha portato effetti molto consistenti: l’analisi condotta ha portato l’azienda a interrogarsi su diversi capisaldi della propria impostazione, stimolando un confronto positivo all’interno del personale. Al di là della strategia di comunicazione, è stato bello poter lavorare braccio a braccio con i dipendenti e gli imprenditori, entrare nelle complesse dinamiche di un’organizzazione e portare una metodologia d’avanguardia come quella a cui siamo stati formati”.
“Ovviamente, sono in atto delle valutazioni in riferimento a quali parti del nostro progetto di consulenza applicare oppure no – prosegue Luca – ma l’azienda ha iniziato a recepire la modifica della comunicazione digital, aspetto che ci rende molto soddisfatti.
Per quanto riguarda il mio apprendimento, sono stato contento degli obiettivi che ho raggiunto nel lavoro di squadra. Lavorare su aspetti di concetto ha permesso a tutti noi di partecipare alla pari; ovviamente ognuno di noi aveva un proprio punto di vista, dovuto alla propria formazione pregressa e alle proprie esperienze personali, ma c’erano le basi per una discussione comune e un’elaborazione intelligente degli spunti; così nasce qualcosa di nuovo, da qua l’innovazione e la soluzione alle sfide. Inoltre, ho approcciato per la prima volta la comunicazione grafica, un ambito che ho tutte le intenzioni di portare avanti”.
“A differenza del lavoro in medicina, dove mi interfaccio solo con superiori e per questioni strettamente tecniche, e in contrasto con la mia tendenza a procedere in maniera individuale, attraverso l’Innovation eXperience ho imparato a mettere da parte la mia posizione di fronte a idee migliori delle mie, a cooperare per un risultato comune, a gestire le conflittualità in modo produttivo e utile. Tanto che, durante il percorso, siamo finiti per lavorare sullo stesso compito in tre, anziché dividerci il lavoro: la nostra forza stava proprio nelle soluzioni che emergevano dal confronto”.
Consigliereste questo percorso ai vostri colleghi e colleghe in università?
“Dipende dalla motivazione – afferma Federica – il punto non è né avere un aggancio aziendale, né assimilare conoscenze teoriche che potrebbero essere altrimenti apprese con lo studio individuale. Il punto è fare un’esperienza pratica e coinvolgente a livello personale, una formazione in senso più ampio del termine. Se inquadrate così il percorso, non rimarrete delusi”.
“Non potrei essere più d’accordo – conclude Luca – Il percorso è di crescita personale e professionale, di scoperta e sviluppo delle proprie attitudini”.
Sei un’azienda e vuoi scoprire di più su cosa Innovation eXperience può fare per te? Lasciaci il tuo contatto!