Benessere, alimentazione e sostenibilità con le vincitrici dei Premi “Sapere Vivere Bene”: Sara Arrigoni, Chiara Baù e Elisa Beretta
Sara Arrigoni alumna in Psicologia di Comunità, della Promozione del Benessere e del Cambiamento Sociale, Chiara Baù alumna in Food and Health, Elisa Beretta alumna in Psicologia Cognitiva Applicata sono le tre vincitrici della prima edizione dei Premi “Sapere Vivere Bene”.
Alimentazione, sostenibilità, benessere e salute mentale sono i temi che stanno loro a cuore: le abbiamo intervistate per scoprire di più sul loro percorso accademico e professionale.
Nei vostri elaborati di tesi, quali aspetti avete analizzato e perché vi hanno colpito?
Sara: Nella mia tesi ho approfondito l’influenza dello stile di vita (…) sulla salute mentale, analizzando un campione di circa 1000 adulti italiani. In Italia (e non solo), il dualismo corpo-mente di eredità cartesiana persiste, tuttavia le evidenze scientifiche mostrano che salute fisica e mentale sono strettamente interconnesse: a livello internazionale, infatti, sempre più sistemi sanitari stanno integrando interventi sullo stile di vita per promuovere la salute mentale.
Chiara: Ho approfondito il tema dell’utilizzo di additivi sintetici e delle possibili alternative naturali, con particolare attenzione ai prodotti definiti clean label. Questi alimenti, caratterizzati da ingredienti semplici e privi di additivi artificiali, rispondono al crescente interesse dei consumatori per soluzioni più salutari, trasparenti e sostenibili, contribuendo a migliorare il benessere e la fiducia nel cibo.
Elisa: Il focus del mio elaborato è stato la promozione di un’alimentazione sostenibile. Ho quindi deciso di analizzare la possibilità di indurre le persone a prediligere, in situazioni esterne al contesto domestico, piatti non contenenti carne o pesce. (…) Mi ha impressionato vedere quante persone, se presentate con dei menù di sole scelte vegetariane e possibilità di aggiungere altri ingredienti (carne e derivati), quasi tutti i partecipanti allo studio scegliessero di ordinare solo piatti vegetariani.
Un personaggio che vi ispira?
Sara: Urvashi Vaid, attivista statunitense di origini indiane, scomparsa nel 2022: è stata la prima donna non bianca a guidare un’organizzazione nazionale gay e lesbica. Visionaria e pioniera nell’evidenziare l’importanza dell’intersezionalità nelle lotte per i diritti civili. La sua prolifica attività di community organizer, unita all’acume, all’eleganza e all’urgenza nel combattere le ingiustizie, mi ha profondamente ispirata.
Chiara: Stefania Ruggeri, ricercatrice del CREA e nutrizionista, che promuove l’importanza di una dieta sana e sostenibile. Ho avuto l’opportunità di seguirla durante un webinar sul Food Design, dove ha evidenziato come il design possa influenzare le scelte alimentari e contribuire a un’alimentazione più consapevole e responsabile, con un impatto positivo sulla salute e sull’ambiente.
Elisa: Silvia Moroni, conosciuta sui social come @parlasostenibile, per il suo grande impegno nella sensibilizzazione sulla sostenibilità dai vari punti di vista e per il suo ottimo lavoro nel rendere accessibile queste informazioni utili a comprendere i vari processi che stanno dietro a scelte che a volte prendiamo troppo alla leggera.
Per quella che è stata la vostra esperienza, quali possono essere gli strumenti più utili per sensibilizzare gli individui sull’importanza di uno stile di vita salutare?
Sara: Il mio studio ha incluso studenti universitari italiani e mostra che chi frequenta discipline sanitarie adotta stili di vita più salutari, mentre chi studia psicologia presenta migliori esiti di salute mentale. Questo dato sottolinea il ruolo protettivo dell’health literacy e l’importanza di promuovere consapevolezza sanitaria tra studenti, in particolare universitari – popolazione, che, nel mio studio, così come a livello globale, mostra abitudini insalubri e una salute mentale fragile.
Chiara: Gli strumenti chiave includono campagne educative sulla lettura delle etichette, promozione di prodotti naturali e trasparenti e uso di piattaforme digitali per sensibilizzare sulle scelte alimentari sane e sostenibili. Sebbene molti di questi strumenti siano già in uso, un rafforzamento delle iniziative può amplificarne l’efficacia.
Elisa: Sicuramente l’informazione è parte fondamentale della sensibilizzazione. Io stessa mi sono avvicinata a uno stile di alimentazione sostenibile e più salutare 5 anni fa anche grazie a chi sui social continua a fare sensibilizzazione e alle persone nella mia rete che si sono avvicinate a questo stile di vita prima di me. Dai miei studi posso anche dire che la sola sensibilizzazione può non bastare, ma sono necessarie politiche pubbliche che spingano verso stili di vita salutari, anche limitando industrie che alimentano comportamenti non sostenibili.
Qual è l’insegnamento più grande che portate a casa dal vostro percorso in UniPD?
Sara: Come laureata in Psicologia di Comunità, laureata di prima generazione e prima donna laureata nella mia famiglia, riconosco l’importanza delle barriere strutturali nelle traiettorie formative. UniPD mi ha spalancato le porte del mondo: ho studiato presso le Università di Montréal, Edimburgo, Boston, Sydney e, presto, Harvard; è una comunità di persone che si impegnano ogni giorno per garantire un’istruzione pubblica di qualità: questo è l’insegnamento più grande che porterò con me e che spero di restituire alla società
Chiara: Il mio percorso all’Università di Padova, in particolare al campus di Agripolis, mi ha confermato la scelta di intraprendere una carriera nell’industria e nella tecnologia alimentare. Provenendo da un liceo scientifico, l’esperienza mi ha dato l’opportunità di esplorare il campo della ricerca e sviluppo, un ambito che desidero approfondire e in cui intendo specializzarmi. Agripolis è stato fondamentale per la mia crescita professionale.
Elisa: Penso che il mio percorso UniPD mi abbia fatto ben capire quanto sia importante l’interdisciplinarità per la crescitapersonale. Il mio corso di laurea mi ha permesso di poter spaziare tra varie discipline, ma mi ha lasciato anche lo spazio di arricchire la mia carriera con esperienze extracurricolari offerte da UniPD e dal territorio padovano. Da UniPD porto a casa soprattutto la mia esperienza del Progetto “Università in Carcere”, che mi ha aiutato a riconoscere quanto lo studio possa essere strumento di crescita, rivincita e soprattutto una scelta dal cuore.
Una foto che rappresenta la vostra esperienza universitaria?
Ho scelto una foto scattata il giorno della mia laurea, in cui poso accanto alla statua di Elena Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo, che ha ottenuto il titolo proprio all’Università di Padova. Per me simboleggia l’eredità rivoluzionaria di UniPD: un luogo che sostiene studentesse e studenti nell’abbattete le barriere sociali e che riflette i valori della giustizia sociale anche nella didattica e nella ricerca. Essere parte di questa tradizione è un grande onore e responsabilità.
Sara Arrigoni
Ho scelto questa foto con il Responsabile di R&S presso Molino Rossetto spa, dott. Ugo Melloni, scattata al termine del mio tirocinio, durante il quale ho redatto l’elaborato finale che mi ha portato al premio. Quei mesi sono stati determinanti: non solo hanno permesso la realizzazione della tesi, ma mi hanno anche indirizzato verso l’ambito di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti.
Chiara Baù
È una foto della mia squadra, che mi ha accompagnato per tutto il percorso universitario a Padova, che mi ha sostenuto e con cui ho potuto condividere ragionamenti preziosi, anche sul mio elaborato di tesi.
Elisa Beretta