
Tabone Federica
Psicologa del lavoro specializzata in dinamiche di gruppo e visual thinking
Laurea in Psicologia del Lavoro. Alumna protagonista del Meet Your Future a Psicologia, 04|03|2019
Federica Tabone è entusiasta del suo lavoro. Psicologa del Lavoro specializzata in dinamiche di gruppo e Visual Thinking, lavora nel campo della formazione esperienziale. Non potrebbe chiedere di meglio alla propria professione: “Non avrei mai immaginato di fare cose così belle e variegate –racconta- pensavo che un laureato in psicologia del lavoro potesse operare sono nell’ambito HR in azienda o in una società di ricerca e selezione, invece c’è molto molto altro e ce ne sarà sempre di più con le tecnologie esponenziali e i cambiamenti professionali che queste ne faranno derivare”.
La forza di trasformare le difficoltà in opportunità
La storia professionale di Tabone è un esempio di come trasformare le difficoltà in occasioni di crescita. Il punto di svolta risale ad un momento in cui, a 28 anni, stava felicemente lavorando con un contratto a tempo indeterminato per una società di ricerca e selezione del personale. Purtroppo, a causa della crisi e della contrazione del mercato del lavoro, si ritrovò ad essere messa in mobilità per ragioni economiche. Dice Tabone: “Se non fossi stata licenziata non avrei potuto scoprire altri aspetti della professione di psicologo del lavoro che mi appassionano molto di più e rappresentano la base della mia professione attuale. Mi sono vista precludere una strada in cui credevo e ho dovuto costruirmene una nuova, che si è poi rivelata essere quella che mi rispecchia di più”.
La forma mentis universitaria e la formazione sul campo
In definitiva, il valore principale utilizzabile nel mondo professionale che l’Università le ha trasmesso – afferma Tabone – è la forma mentis. Grazie ad essa, lo psicologo del lavoro è in grado di portare una visione più olistica in azienda, rispetto ai laureati in altre discipline. Tabone ricorda i tempi dell’Università con grande entusiasmo. “Finalmente potevo studiare tanti argomenti di mio vero interesse. Adoravo tutte le materie, ero proprio appassionata.” In particolare sono stati due i professori che l’hanno maggiormente ispirata, mostrandole come poteva declinarsi sul campo la professione di psicologo del lavoro e dando quindi un senso alla totalità del corso di studi in Psicologia del Lavoro: Massimo Bruscaglioni che insegnava Psicologia della formazione ed il Prof. Vincenzo Majer, docente di Psicologia del Lavoro. “Entrambi ci hanno mostrato, tramite esperienze dirette, come si potevano applicare le teorie studiate sui libri. Soltanto grazie a queste esperienze sul campo ho capito il significato di altri esami e del corso in generale.”
Ricercare il connubio tra il proprio talento naturale e le proposte del mercato
Secondo Tabone, in un mercato che vede lo psicologo del lavoro in concorrenza per le stesse posizioni lavorative con laureati in altre discipline, il modo di pensare l’impresa dello psicologo rappresenta un grande vantaggio. “Ci si accorge che i contenuti, purtroppo, si dimenticano, ma si possono anche rinfrescare: è la forma mentis che acquisiamo che ci rende psicologi del lavoro e ci differenzia nell’approccio rispetto ad altri professionisti”. Tabone ritiene che sarebbe sbagliato per un neolaureato scegliere un’esperienza lavorativa per ragioni meramente legata a fattori come la durata del contratto, la distanza da casa. Sarebbe altresì sbagliato scegliere sulla base di desideri altrui e non i propri: “Bisogna essere in grado di guardarsi dentro e fare un incrocio tra il proprio talento naturale e le proposte di mercato”. Da ultimo, è importante secondo Tabone non ignorare la contaminazione con altre professioni: “Spesso, è proprio la nostra abilità di lavorare al confine con un’altra professione che ci fa acquisire prospettive diverse e ci fa capire quali tipologie di problemi siamo realmente in grado di risolvere. Ps. In un contesto meritocratico le persone vengono pagate e apprezzate sulla base dell’entità dei problemi che risolvono e delle tracce che lasciano dopo il lavoro fatto”.
09 Aprile 2019