
Torregrossa Gianluca
Assistant Professor in Cardiac Surgery and Associate Director of Robotic Heart Surgery, Mount Sinai Saint Luke Hospital, New York City | Gennaio 2019
Laurea in Medicina e Chirurgia. Vincitore della III Edizione del Premio di Studio “Maria Paola Belloni”
La storia di Gianluca Torregrossa come medico, oggi chirurgo specializzato in cardiochirurgia presso il Mount Sinai Saint Luke di New York City, inizia nelle aule della Scuola di Medicina dell’Università degli Studi di Padova; racconta: “Uno dei momenti più importanti è stato quello di scegliere la cardiochirurgia come specialità chirurgica e passione nella vita: ho assistito ad un trapianto cardiaco una notte quando ero un giovane studente di medicina e quella sera qualcosa in me è cambiato per sempre”.
“Microambizioni”: dare spazio al cambiamento
Torregrossa ottiene il diploma presso il Collegio Navale Morosini a Venezia nel 2000: “Non ho mai sognato di fare il medico da bambino. Sognavo piuttosto di fare il pilota di aerei o di viaggiare per mare. Non sono mai stato uno di quelli che ha avuto una “vocazione fin da piccolo” per la medicina né mai avrei immaginato di occuparmi di chirurgia robotica o di sviluppare tecniche per la ricostruzione valvolare cardiaca. Penso che più che inseguire “grandi sogni” sono mosso da “microambizioni”. Cerco cioè di definire un campo d’azione e di darmi delle scadenze raggiungibili in un programma di tre o quattro anni ma di non programmare nulla oltre quel margine di tempo. È importante lasciare spazio a se stessi e ai cambiamenti che nella nostra vita continuamente occorrono, per saper sfruttare al meglio le possibilità che ogni giorno si presentano davanti ai nostri occhi. Essere “microambiziosi” permette di rimanere coerenti solo a dei principi morali ed etici che sono la guida di noi stessi, senza trascurare la necessità di mantenere altissimo il livello di conoscenze e vasto il grado di libertà che diamo alle nostre menti e alle nostre azioni. Troppo spesso siamo offuscati da un modello generazionale che promuove di inseguire sogni che abbiamo prefissato anni prima. Invece dobbiamo lasciare spazio ai nostri cambiamenti e alle opportunità che nascono nei diversi momenti della nostra vita, mantenendoci molto concentrati su dei risultati da raggiungere a breve-medio termine”.
Gli anni a Padova
Facendo un passo indietro e ripensando al periodo universitario Torregrossa ha ricordi di “anni bellissimi, di grande studio, notti passate insonni con un grande amico a preparare tutti gli esami. Ricordo l’esame di Anatomia Patologica, Fisiologia e le ore passate a cercare di capire come funzionava un rene…ma anche grandi amicizie, serate con gli amici, programmi scambio in Cile e in Turchia, e, non da ultimo, una città, Padova, fantastica. Un campus a cielo aperto fatto di piazze storiche, vicoli bellissimi e aule studio frequentate fino a tardi”. Decidere di fare la specialità a Padova è stato per lui un momento fondamentale nel suo percorso professionale, che gli ha permesso di “Incontrare ed imparare da professionisti eccellenti che sanno mantenere una fervente attivita’ di ricerca associata ad una importante attivita’ clinica, con uno sguardo rivolto al futuro e alle innovazioni” afferma.
Dell’Ateneo Patavino ha un forte ricordo: “La preparazione rigorosa, il metodo scientifico, la capacità di saper traslare le conoscenze acquisite in numerose materie a favore di una preparazione integrata piuttosto che di una preparazione mnemonica, la curiosità scientifica e clinica. Tutti valori che porto con me nella mia carriera professionale e che distinguono in modo netto gli studenti del nostro Ateneo rispetto a moltissimi studenti che provengono anche dalle piu’ blasonate università Americane e del resto del mondo”.
Il coraggio di “saper osare”
Torregrossa ha al suo attivo più di 3000 interventi e insegna cardiochirurgia nella Grande Mela all’Università Icahn School of Medicine. Trasferirsi oltreoceano è stato indubbiamente un grande passo, una “prova con sé stessi – afferma – un momento per misurarsi con il mondo e con una collettività più grande: approdare in una grande istituzione negli Stati Uniti, lavorare in un ambiente completamente nuovo, mantenersi molto umili per imparare ogni giorno, farsi sapere apprezzare per le proprie conoscenze e qualità”. Un percorso in salita che conta molti traguardi raggiunti e altri ancora all’orizzonte. Ai neolaureati che volessero intraprendere una strada simile consiglia di essere ambiziosi e “saper osare” per riuscire ad intraprendere al meglio il proprio percorso professionale, cogliendo le migliori opportunità, senza temere il cambiamento.
Riflettendo sul ruolo dell’Associazione Alumni Torregrossa racconta: “La creazione di Alumni è uno strumento importantissimo per un ateneo. È la lunga manus del passato con il presente. Della tradizione con il Futuro. L’Associazione Alumni è di per sé l’ambasciatore dell’Ateneo: racchiude tutti coloro che si sono formati nella nostra Università e che continuano ogni giorno a rappresentarla in Italia e nel Mondo. Una forte associazione Alumni è il primo passo per incrementare ancor di più a livello internazionale e nazionale il prestigio del nostro Ateneo, mantenendo solide le relazioni tra i suoi studenti attuali e passati, creando opportunità per i giovani e mantenendo vivo l’orgoglio ed il prestigio tra gli Alumni”.
24 Gennaio 2019