“La libertà è qualcosa che si prende” – Una conversazione con Bita Malakuti
Abbiamo incontrato Bita Malakuti il 7 marzo 2023, nell’ambito dell’iniziativa “Ri-appassioniamoci alla politica: a scuola di leadership per un buon governo delle istituzioni”, scopriamo com’è andata!
L’incontro
L’incontro è iniziato con l’Assessora Margherita Colonnello, con delega Sociale, Integrazione e Inclusione Sociale, Partecipazione, Politiche di Genere e Pari Opportunità, Contrasto alla violenza di genere del Comune di Padova, la quale ha introdotto l’intervento della scrittrice, poetessa e attivista Bita Malakuti, nata nel cuore di Tehran nel 1973 e residente negli Stati Uniti dal 2006.
Nel suo intervento l’Assessora Colonello ha introdotto il pubblico alla celebrazione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne e ha sottolineato il ruolo primario che le donne hanno nelle attuali proteste in Iran, evidenziando al tempo stesso la presenza della comunità iraniana nella città di Padova.
Bita Malakuti ha preso il microfono e ha recitato una poesia in persiano sui viaggi dei migranti e le loro molte difficoltà, supportata dall’esperto di lingua italiana e letteratura persiana Giacomo Longhi che ha tradotto l’intero intervento.
Terminata la poesia, Pamela Ferlin, giornalista e collaboratrice del Corriere del Veneto, ha chiesto alla scrittrice come fosse la situazione attuale in Iran e se una rivoluzione fosse possibile.
Bita ha affermato che la giovane popolazione iraniana sta soffrendo molto sotto il regime repressivo, ma crede che una rivoluzione sia possibile, poiché la scontentezza è così forte e diffusa nella popolazione che non può non emergere. Bita ha sottolineato la necessità di supporto dall’esterno per poter realizzare una rivoluzione.
L’atmosfera era carica di tensione quando Bita Malakuti e Pamela Ferlin hanno affrontato il tema delle vittime delle proteste in Iran. Con una voce trattenuta, Bita ha parlato delle difficoltà a cui il popolo iraniano sta andando incontro, con un conteggio costante delle vittime dall’inizio delle proteste nel 2022. L’uccisione di Masha Amani, per non aver indossato il velo correttamente, aveva scatenato l’ira della popolazione, dando il via alle manifestazioni che stanno ancora continuando.
Nonostante l’enorme ostacolo che il regime iraniano rappresenta per la lotta alla libertà, Bita non ha perso la speranza, sostenendo che “la libertà è qualcosa che si prende. Nessuno la concede. E non bastano le armi o i soldi“. Il popolo iraniano è determinato a lottare per la propria libertà, ma ha bisogno di supporto dall’esterno.
Pamela ha poi chiesto a Bita cosa l’Occidente possa fare per aiutare il popolo iraniano. Secondo Bita, le azioni possibili sono due: sospendere ogni accordo commerciale con la Repubblica islamica e non amicarsi i rappresentanti della Repubblica islamica nei propri paesi. Questo sarebbe un primo passo importante verso la solidarietà con il popolo iraniano.
Infine, rispondendo ad alcune domande anche dal pubblico, Bita ha affrontato le recenti questioni di cronaca in Iran che vedono avvelenate le studentesse di 300 scuole nel Paese e di come il regime iraniano ne possa essere il responsabile.
La conversazione tra Bita e Pamela si è conclusa con una nota di speranza, ma anche di consapevolezza delle sfide enormi che il popolo iraniano sta affrontando nella lotta per la libertà. La loro conversazione ha dimostrato che il dialogo e la condivisione di esperienze possono essere strumenti potenti per la lotta contro l’oppressione.
In conclusione la prof.ssa Paola Degani, ricercatrice e docente di “Politiche pubbliche e diritti umani” e “Women’s human rights” del Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali dell’Università di Padova ha posto l’accento sul fatto che quella attuale non sia una rivolta che interessa solo le donne ma che tutto il popolo iraniano sia unito in questo momento storico.