Città software, turismo di prossimità e geografie creative. Scenari inediti del paesaggio dopo il lockdown.

11 Maggio 2020 Associazione Alumni_admin Categories news

Lo scorso mercoledì 6 maggio 2020 si è svolto il webinar “Il paesaggio dalla finestra. Cambiamenti e permanenze ai tempi del Coronavirus”, organizzato dall’Associazione Alumni dell’Università di Padova e dal Dipartimento di Scienze storiche e geografiche dell’antichità (DiSSGeA), che nell’A.A. 2020/2021 avvia la prima edizione del nuovo corso di Laurea Magistrale in Scienze per il Paesaggio.

Il seminario online ha ottenuto grande successo di pubblico, vedendo la partecipazione di centinaia di utenti: studenti, accademici, professionisti e imprenditori dai settori dell’ambiente, dell’ospitalità, del turismo e dalle Pubbliche Amministrazioni.

Il webinar non intendeva limitarsi a scattare una fotografia del nostro rapporto con il paesaggio in questa delicata fase di emergenza sanitaria, ma intendeva proiettarsi verso il futuro, interrogandosi su ciò che è destinato a cambiare e ciò che invece rimane immutato negli anni che abbiamo davanti a noi.

Com’è cambiato il nostro sguardo verso il mondo esterno in questa situazione di lockdown? E come si tradurrà tutto questo nelle nostre abitudini future? E’ cambiata anche la nostra mentalità, in favore di nuove modalità di fruizione?

Mauro Varotto, professore associato di Geografia e di Storia e valorizzazione dei paesaggi rurali, ci invita a guardare al passato. La crisi attuale ci porta a dimenticare i viaggi in mondi lontani per riscoprire invece nuovi modi di vedere il mondo che ci circonda.

Non è la prima volta che nella storia umana abbiamo a che fare con le pandemie e la nostra storia è ricca di tracce e segnali di epoche in cui la stanzialità prevalse sulla mobilità: pensiamo alle geografie medievali dei nostri centri storici, originate in un’epoca di incastellamenti e monasteri; riscopriamo l’urbanistica introversa di Padova, i suoi giardini segreti, il verde invisibile racchiuso dentro i chiostri; capiamo meglio che mai il senso di spazi aperti ma protetti, non spalancati.

Ma anche lo smart working ci riporta indietro nel tempo, alla società preindustriale, in cui nuclei famigliari numerosi vivevano in ambienti promiscui, così lontani dagli spazi specializzati a cui oggi siamo abituati, e le attività del lavoro, del gioco, della scuola e della vita privata si accavallavano in spazi polifunzionali.

E ancora, tornano in auge le aree marginali, quelle zone delle nostre città meno centrali e frequentate, e perciò più sicure, in una riscoperta della cosiddetta “città software”, snellita di spostamenti superflui, vissuta nei paraggi della nostra casa.

Può essere questa l’occasione per un salto evolutivo verso stili di vita meno impattanti?

Il turismo ha inevitabilmente subito una battuta d’arresto come non avveniva dalla crisi economica del 2009. Lo spiega chiaramente Stefan Marchioro, responsabile dei progetti territoriali e governance del turismo presso la Direzione Turismo della Regione del Veneto, che citando i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, parla di pronostici di piena ripresa del settore non prima del 2023.

Fino ad allora, ci dice, l’unico turismo possibile sarà quello “domestico”. I mesi e gli anni che ci attendono possono rivelarsi il momento propizio per riprogrammare l’offerta futura sulla base di nuovi valori e driver, come la sostenibilità e la responsabilità socio-ambientale.

La crisi sanitaria potrebbe accelerare un cambiamento che era già in atto: il riferimento è al turismo lento, legato al tema dei borghi, dei cammini, dell’enogastronomia, del cicloturismo e destinazioni ecosostenibili, in contrapposizione con i fenomeni di turismo consumistico e di massa che rischiano di travolgere un Paese piccolo e a misura d’uomo come l’Italia.

La crisi permette inoltre di auspicare scenari diversi in cui trovano spazio nuove formule come, per esempio, quelle del turismo cinematografico, musicale o letterario, grazie alle quali anche le imprese culturali interagiscono con la filiera turistica.

Ecco che Giada Peterle, fumettista e geografa culturale, porta l’attenzione sulle “geografie creative”, quali valide risposte anche ai futuri cambiamenti nella sfera del turismo.

L’idea, infatti, è traducibile non solo in un dialogo tra saperi specialistici e artisti, dal quale già in passato sono nate iniziative volte a creare un ponte tra territorio e cittadinanza (una fra tutte, "Street geography - Disegnare città per un futuro sostenibile", promosso da Progetto Giovani del Comune di Padova, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’antichità dell’Università di Padova), ma anche in veri e propri linguaggi artistici come quelli, per esempio, generati da questa particolare situazione, nella quale il paesaggio circoscritto dalle cornici delle nostre finestre si fa narrazione esso stesso, rivelandosi custode di innumerevoli storie.

Lo sguardo si rivolge non più a paesaggi cartolina ma a quei paesaggi ordinari da sempre dati per scontati, che si manifestano ora più che mai nella loro ricchezza di stratificazioni, apparentemente invisibili, offrendo così prospettive inaspettate.

Ma per un settore che cambia, servono nuove competenze e nuovi professionisti in grado di progettare e gestire la trasformazione. Quali sono quindi le competenze capaci di innovare il paesaggio futuro?

Il webinar si colloca all’inizio di un ciclo di incontri concepito per promuovere riflessioni su quello che è il rapporto con gli spazi che ci circondano, nell’ottica di una maggiore consapevolezza che possa valorizzare il paesaggio e le competenze che vi gravitano intorno. Il nuovo corso di Laurea Magistrale intende muoversi proprio in questa direzione, sulla scia delle indicazioni della Convenzione europea del Paesaggio (Firenze, 2000), di cui si celebra il ventennale quest'anno.

I laureati del corso di laurea magistrale potranno portare le loro competenze a supporto dei processi tecnici di gestione e tutela, nella promozione e valorizzazione della qualità paesaggistica dei territori, nella elaborazione di progetti di comunicazione innovativa, educazione e partecipazione a tutti i livelli, nell’ottica della cittadinanza attiva.

I webinar previsti nelle prossime settimane approfondiranno e toccheranno più nel concreto i punti cardine intorno ai quali ruota l’intero discorso fin qui affrontato e sui quali pone le basi il percorso formativo promosso proprio dal corso magistrale in Scienze per il Paesaggio:

 


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